“La scienza non si può tagliare”

I presidenti di Inaf, Infn, Cnr e Asi, i principali istituti di ricerca italiani che fanno capo al Ministero della Ricerca, alzano la voce e definiscono “assolutamente drammatica” la situazione delineata dalla legge finanziaria. L’accusa, lanciata oggi durante una riunione nella sede dell’Infn, è quella di “penalizzare esplicitamente lo sviluppo della ricerca italiana  ponendo questo settore nella voce dei tagli.

Oltre ai 200 milioni di euro di tagli che dovranno essere fatti sulle spese intermedie o consumi, che colpiscono università ed enti di ricerca, gli enti di ricerca sono penalizzati ulteriormente dall’articolo 53 della Finanziaria, che toglie 300 milioni di euro al Ministero della Ricerca per via dei tagli a tutti i Ministeri, di cui circa 180 milioni ricadono proprio su di noi”. Alla protesta si sono uniti anche Rita Levi Montalcini e Carlo Rubbia, collegati in videoconferenza. La senatrice a vita ha annunciato: “Se rimarranno i tagli alla ricerca, non voterò la Finanziaria”.

Dal governo, nel frattempo, timidi segnali di apertura: in sede parlamentare, affermano alcuni esponenti della maggioranza, si può emendare il testo della Finanziaria in modo da non penalizzare la ricerca. (l.g.)

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