Tre milioni di dollari, praticamente il triplo di quanto riceve il vincitore dei premi Nobel. È questa la cifra che si aggiudicherà ciascuno degli undici scienziati (tra cui anche l’italiano Napoleone Ferrara) vincitori del nuovo Breakthrough Prize in Life Sciences, inedito premio scientifico istituito, finanziato e presentato ieri in una conferenza stampa a San Francisco da quattro colossi della Silicon Valley: Yuri Milner, imprenditore russo che ha investito, tra gli altri, in Facebook, Zynga, Twitter, Spotify e Groupon; il fondatore e Ceo di Facebook, Mark Zuckerberg; Sergey Brin, cofondatore di Google, e sua moglie, Anne Wojcicki fondatrice, invece di un’azienda di biotecnologie, la 23andMe.
“È una sbalorditiva somma di denaro per uno scienziato”, ha commentato al New York Times uno dei vincitori, Eric Lander, direttore del Broad Institute. “L’intento sembra essere quello di attirare l’attenzione della società, di mandare il messaggio che la scienza è eccitante, importante, cool’”, ha spiegato lo scienziato, che adopererà il suo premio per finanziare un programma di insegnamento della biologia online.
Questi nuovi premi sono un’espansione diretta dei Fundamental Physics Prize istituiti da Milner lo scorso luglio, quando il miliardario russo ha premiato nove fisici teorici con tre milioni di dollari ciascuno ciascuno (la seconda edizione avrà luogo il 20 marzo prossimo a Ginevra). Sin dall’inizio il miliardario russo avrebbe voluto ampliare il premio ad altri scienziati, soprattutto a quanti si occupano di genetica e cancro (che ha colpito uno dei suoi familiari).
I fondatori hanno dichiarato la loro intenzione è anche quella di attirare l’attenzione pubblica su scienziati che hanno dedicato le loro vite ad ampliare la conoscenza umana. “Il premio”, ha raccontato Wojcicki sempre al New York Times, “ha lo scopo di premiare quegli scienziati che pensano in grande, si assumono dei rischi e hanno avuto un impatto significativo sulle nostre vite”. “Questi scienziati dovrebbero essere famosi e considerati come degli eroi”, ha proseguito.
“Con la mappatura del genoma ci si aspettano significativi progressi nei prossimi in diversi campi per i prossimi 10-20 anni”, ha raccontato invece al Guardian lo stesso Yuri Milner, “e penso che questo sia il momento opportuno per creare un incentivo per le migliori menti scientifiche”. L’obiettivo di Milner è infatti anche quello di incoraggiare un nuova generazione di ricercatori a farsi avanti e a darsi da fare: “Speriamo che i giovani colgano il messaggio che non solo una carriera nello sport o nello spettacolo porta a un riconoscimento pubblico”.
I vincitori di questa prima edizione, annunciati nella conferenza stampa di ieri, formeranno una commissione che selezionerà i vincitori del prossimo anno. Intanto eccovi i premiati del 2013, tra cui anche un italiano:
Cornelia I. Bargman, ricercatrice della Rockefeller University per il suo lavoro sulla genetica dei circuiti neurali e del comportamento;
David Botstein, della Princenton University, per il suo lavoro di mappatura dei marker genetici delle malattie Mendelanie (malattie genetiche provocate dall’alterazione di un singolo gene);
Lewis C. Cantleu, Weill Cornell Medical College di New York, che ha scoperto una famiglia di enzimi (PI 3 Chinasi) correlata con il metabolismo delle cellule cancerose;
Hans Clevers, dell’ Hubcrecht Isntitute nei Paesi Bassi per i suoi studi sui processi biologici delle cellule staminali adulte che possono portare alla formazione del cancro;
Napoleone Ferrara, Università della California San Diego, il cui lavoro sulla crescita dei tumori ha portato alla messa a punto di nuove terapie per alcuni tipi di tumori infantili e malattie dell’occhio;
Titia de Lange, sempre della Rockefeller University per i suoi studi sui telomeri, le parti terminali dei cromosomi, sul loro ruolo protettivo;
Charles L. Sawyers,del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York. Ha studiato il meccanismo di segnali che porta una cellula a diventare cancerosa;
Eric S.Lander, direttore del Broad Institute dell’ Università di Harvard e del Massachusetts Institute of Technology, uno dei leader del Progetto Genoma Umano;
Bert Vogelsteinm, della Johns Hopkins University, che ha scoperto una proteina che sopprime la crescita dei tumori;
Robert A. Weinbergm, del Mit che ha scoperto il primo oncogene umano;
Shinya Yamanaka, della Kyoto University e dei Galdstone Institutes pioniere nello studio delle cellule staminali pluripotenti indotte ( Premio Nobel nel 2012).
Via: Wired.it
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