Un forte disappunto giunge dalle associazioni Lipu, Wwf e Animalisti italiani per una decisione presa dalla regione Lombardia, che prevede una deroga per la caccia e l’abbattimento di oltre un milione di uccelli protetti tra storni, peppole e fringuelli. Tra il 1993 e il 1997, queste specie erano state cancellate dalla lista di quelle cacciabili con decreti che modificavano la legge 157/1992 sulla protezione della fauna selvatica.
La protezione, la gestione e la regolazione degli uccelli è normata, a livello europeo, dalla direttiva 79/409/CEE, ma lo stato membro può, per svariate ragioni, derogare al divieto, permettendo così l’abbattimento di volatili che normalmente non sono cacciabili. Le sospensioni del divieto devono essere motivate in base a finalità di ricerca scientifica, ripopolamento o reintroduzione di alcune specie, salvaguardia della salute e sicurezza pubblica.
Secondo le associazioni, la strategia delle deroghe, diventata ormai prassi consolidata in ogni nuova stagione, deve essere abbandonata. “La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità di un precedente atto della Lombardia che prevedeva l’esercizio delle deroghe mediante legge-provvedimento”, affermano i rappresentanti di Lipu, Wwf e Animalisti italiani. Ma le critiche non arrivano solo da movimenti nazionali. La maggior parte delle regioni italiane, infatti, è stata oggetto di procedure di infrazione da parte della Comunità Europea, che ha ritenuto scorretta l’applicazione della direttiva.
La nuova sospensione del divieto di caccia da parte della regione Lombardia aumenta notevolmente il numero di uccelli che sarà possibile abbattere e con molta probabilità questo atto porterà a una sanzione, viste le precedenti procedure di infrazione. (e.a.)