Ho esitato a recensire questo stupendo libro, perché mi è arrivato in un momento assai delicato: la stampa quotidiana (quella che ci appare a volte autorevole) stava spargendo nelle edicole notizie, scoop, immonde su Ettore Majorana, personaggio molto amato dai giornalisti per un timbro “Chi l’ha visto?” con cui è stato marcato alcuni anni fa. La mia reticenza era soprattutto determinata dal fatto che l’imbeccata ai giornali veniva da colleghi apparentemente rispettabili e credibili, del mestiere. Ma, evidentemente, il mestiere di storico della fisica si sta corrompendo come tutti i corpi malati: perché è indubbiamente vero che sta scomparendo dall’università e dai corsi importanti di insegnamento.
Ma ecco che un rigoroso outsider, fuori – senza motivo se non l’emarginazione culturale forzata dall’incompetenza dei responsabili culturali di vari livelli, dal più alto al più basso – dai ranghi istituzionali, Giulio Maltese, offre una storia in cui la complessità del pensiero scientifico si fonde con la complessità dei rapporti umani di una coppia, Enrico Fermi e Ettore Majorana, due che si stimano a distanza e con caute valutazioni: il Papa Enrico Fermi, cultore dell’infallibilità del pensiero e l’Inquisitore Ettore Majorana, insaziabilmente curioso e perspicuo (nella nomenclatura della gerarchia ecclesiastica di via Panisperna e della scuola romana creata da Orso Maria Corbino).
Il libro è una immensa miniera su come vivono e convivono ”caratteri non comuni”: non si può riassumere banalmente; non posso che sollecitare la vostra curiosità. Pochi i passi tecnicamente difficili, per il resto, badare soprattutto al clima, ai complessi rapporti nel gruppo e a quelli con la politica ma anche con gli affari privati dei personaggi. Non pretendo né di illustrare una trama né di scegliere indizi e illazioni tra le tante che hanno eccitato il vasto gossip di lettori ignari. Posso solo dire con forza, per quello che vale, che questa è la storia vera; diffidate delle imitazioni (troppe e frequenti)!
Il libro
Giulio Maltese
Il Papa e l’inquisitore
Zanichelli, Bologna 2010, pp. 398, euro 27,00.
Il rapporto Fermi-Majorana è forse uno dei tasselli più importanti
per capire la storia del grande scienziato siciliano. Infatti quando
Majorana decise di lasciare gli studi di ingegneria per iscriversi
alla facoltà di Fisica, la prima cosa che fece fu quella di andare
da Fermi per metterlo alla prova su di un calcolo scientifico. Fermi
ovviamente riuscì a completare il calcolo in questione, facendo
sì che Majorana si convincesse di aver fatto la scelta giusta
abbracciando gli studi di fisica. Da allora fra i due corse una
amicizia fatta di collaborazione e di profonda stima e rispetto.
Fu Fermi stesso che, per descrivere il genio di Majorana,
disse: “Esistono tre tipi di scienziati al mondo: la prima
categoria, non riesce mai a scoprire nulla di importante,
passando inosservata; la seconda, riesce a fare delle
scoperte che possono cambiare la nostra vita; ma solo la terza
categoria è quella che veramente apporta cambiamenti
decisivi alle scienze umane. In quest’ultima categoria,
alcuni rappresentanti sono Einstein, Tesla, e naturalmente
Ettore Majorana”.