Gli effetti dannosi dell’alcol sono dovuti alla lunghezza e alla forma delle catene di gruppi chimici che lo compongono, gli alcoli. In particolare, quelle corte alterano la formazione e lo sviluppo delle cellule nervose. Un efficace antidoto potrebbe venire dall’alcol stesso, quello però formato da catene lunghe. E’ quanto sostengono i ricercatori della Harvard Medical School di Boston. Il team di ricercatori, guidato da Michael Wilkemeyer e da Michael Charness, ha pubblicato i suoi risultati sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. Lo studio mostra che le diverse catene di alcoli (etanolo, butanolo, pentanolo, ecc.) hanno effetto diverso a seconda della loro lunghezza – ovvero del numero di atomi di carbonio che contengono – e della loro forma. Le catene con meno di cinque atomi di carbonio inibiscono infatti l’adesione cellulare, determinando così lesioni al cervello. Il meccanismo con cui ciò avviene è detto “a lucchetto”. Le catene più lunghe però, se immesse contemporaneamente nell’organismo, sono in grado di combattere e scalzare gli alcoli dannosi dai loro siti di legame, annullandone così l’effetto distruttivo. Secondo Enoch Gordis, direttore del Niaaa (National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism), “questo affascinante studio ci avvicina alla comprensione e alla prevenzione degli effetti neuro-tossici dell’alcol”. In particolare, i danni alle cellule nervose dei feti di madri alcoolizzate – che negli Usa sono la prima causa di ritardo mentale e colpiscono un bambino su mille – potrebbero essere combattuti con la messa a punto di nuovi farmaci (f.n.)