Non sempre gli scienziati si comportano correttamente. A dirlo è il rapporto del Committee on Publishing Ethics, il comitato per l’etica promosso da un gruppo di editori che stampano riviste mediche. Tra gli articoli che l’anno scorso sono apparsi su queste pubblicazioni gli editori hanno individuato 29 casi – pochi, ma non trascurabili – di condotta moralmente scorretta. Gli episodi contestati vanno dal vero e proprio plagio alla pubblicazione del medesimo articolo su più di una rivista. Non mancano neppure casi di tentata corruzione degli editori, né occasioni in cui gli scienziati hanno evitato di indicare i finanziatori della ricerca per nascondere possibili conflitti di interesse. Come accaduto per alcuni studi sul fumo passivo realizzati da uno scienziato grazie ai fondi messi a disposizione dalle multinazionali del tabacco. Soprattutto in ambito medico i comportamenti eticamente scorretti sono inaccettabili. Ma nei casi di cattiva condotta dello scienziato gli editori possono solo denunciare il ricercatore ai suoi supervisori o alla commissione etica dell’ente presso cui lavora perché prendano provvedimenti. Per questa ragione il comitato vuole ora stendere un codice di autoregolamentazione che chiarisca quali sono i comportamenti censurabili e quali i doveri degli editori. Un primo passo in tale direzione è già stato fatto: il rapporto ora presentato contiene una bozza del nuovo codice, ma la versione definitiva è attesa solo per i prossimi mesi. (g.p.)