Avrebbe faticato molto Vincent van Gogh a immaginarsi un suo Vaso di girasoli venduto all’asta per più di 50 milioni di euro, ma sarebbe stato altrettanto sorpreso nel vederlo riprodotto in una autorevole rivista di genetica, unico tocco di colore tra grafici e tabelle rigorosamente in bianco e nero.
L’insolita presenza del quadro del pittore olandese nell’ultimo numero di PLoS Gentics è presto spiegata: un gruppo di scienziati dell’Università della Georgia ha individuato le mutazioni genetiche di quei celebri fiori gialli ritratti ad Arles, in Provenza, tra il 1888 e il 1889. Nel vaso post impressionista che porta sulla sinistra l’inconfondibile firma Vincent sono contenute due varietà di girasoli, quella comune ( Helanthius annus) con i petali allungati disposti a raggiera intorno a un disco scuro composto a sua volta da altri fiori di forma tubolare, chiamati fiori del disco, e quella cosiddetta a fiore doppio, dalla corolla molto più folta che ricopre il cerchio interno fino a farlo sparire quasi del tutto.
John Burke e suoi colleghi del Franklin College of Arts and Science della Georgia si sono fatti la domanda che nessun critico d’arte si sarebbe mai posto: quali sono le basi genetiche della differenza tra i due tipi di girasoli? Per comprenderlo hanno cominciato a incrociare le piante tra loro, seguendo la stessa tecnica che permise a Gregor Mendel di gettare le basi della moderna genetica proprio all’epoca in cui van Gogh dipingeva i suoi capolavori. E hanno individuato il gene (HaCYC2c) che è responsabile delle due varietà immortalate nei celebri dipinti e anche di una terza, trascurata dal pittore, dai petali tubolari disposti intorno al disco scuro.
Una lesione nella porzione del gene incaricata di attivare e disattivare la produzione dei petali provoca l’effetto del fiore doppio: i petali allungati crescono anche nella zona normalmente deputata a produrre i fiori interni del disco. Una seconda mutazione, invece, dovuta a un jumping gene (gene che salta), rende la pianta incapace di produrre la normale infiorescenza a raggiera, che viene sostituita da una sequenza circolare di petali tubolari. Riassumendo: la varietà comune non presenta mai alcuna mutazione delgene HaCYC2c, quella a fiore doppio presenta una mutazione nel meccanismo di attivazione/disattivazione della produzione di petali, la varietà tubolare presenta sempre una interruzione nel gene. “ E questo dimostra che le mutazioni che abbiamo identificato sono le stesse che van Goghimmortalò negli anni Ottanta dell’Ottocento”, ha concluso Burke. Agli scienziati, con grande invidia degli storici dell’arte, sono bastate poche pagine per mettere un punto fermo sui celebri e studiatissimi quadri del genio olandese.
[Nella figura A, la varietà più comune del girasole (Helanthius annus) e i singoli petali (in B). In C, la varietà presente nei quadri di van Gogh detta “a fiore doppio” e i suoi petali (in D). Nella figura E, la varietà tubolare. In G Vaso di girasoli di van Gogh con le due varietà di girasoli, quella comune e quella a fiore doppio, indicata dalla frecce]
via wired.it
Credit immagine: John Burke, UGA