Le polveri del Sahara sono tornate a “colorare” il cielo italiano. Si tratta di un evento relativamente frequente, che negli ultimi mesi si sta verificando sempre più spesso. Forse, ipotizzano gli esperti, anche a causa dell’aumento delle temperature globali e delle conseguenti variazioni nella circolazione delle correnti atmosferiche. Il picco massimo è atteso proprio per oggi e, secondo le previsioni diffuse dal Copernicus Atmosphere Monitoring Service (Cams), il fenomeno dovrebbe essere destinato a concludersi (almeno per quanto riguarda l’Italia) nel corso della giornata di domani, sabato 22 giugno.
I segreti del Sahara, così da prateria si è trasformato in deserto
Le cause
A trasportare oltre il Mediterraneo il pulviscolo proveniente dal Sahara sono delle correnti di aria calda che si spostano verso nord. Ma, secondo Pierluigi Randi, meteorologo Ampro (Associazione Meteo Professionisti) intervistato da Il Resto del Carlino, l’entità del fenomeno che si sta verificando in queste ore è anche attribuibile alla siccità che sta interessando parte del continente africano: “Non sono eventi rari dal punto di vista meteorologico – commenta Randi – la principale differenza che abbiamo avuto in questi giorni è l’intensità del fenomeno. Questo dipende soprattutto dalla grave siccità che caratterizza le zone del Nord Africa: abbiamo avuto quindi una concentrazione maggiore di polvere”. E, come vi avevamo già raccontato, sono proprio le polveri sottili che arrivano dal deserto del Sahara a offuscare il cielo e a “tingerlo” di giallo, affievolendo l’intensità dei raggi solari.
Le conseguenze sulla salute
“Il trasporto di polveri sahariane attraverso il Mediterraneo verso l’Europa non è insolito”, aveva commentato Mark Parrington, scienziato presso il Copernicus Atmosphere Monitoring Service, in occasione di un evento simile che a metà giugno aveva interessato il sud-est dell’Europa: “Le osservazioni mostrano un aumento dell’intensità e della frequenza di questi eventi in alcune parti d’Europa negli ultimi anni, evidenziando l’importanza di un monitoraggio continuo della nostra atmosfera per capire come la qualità dell’aria potrebbe cambiare in relazione a questi episodi”. Quando si verificano questi fenomeni, infatti, la concentrazione di polveri sottili nell’atmosfera aumenta e la qualità dell’aria di conseguenza peggiora. Se la polvere è concentrata principalmente in alta quota, spiegano gli esperti del Cams, le probabilità che possa avere delle ripercussioni sulla salute umana sono contenute. Se invece il pulviscolo scende ad altitudini meno elevate può contribuire ad aggravare problemi respiratori come asma o riniti allergiche.
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