L’era delle cattedre flessibili

Flessibilità, autonomia e valutazione sono le parole chiave della riforma dello stato giuridico e delle carriere dei professori universitari. Un progetto illustrato oggi dal ministro dell’Istruzione Letizia Moratti alla Conferenza dei Rettori. Incarichi a tempo, contratti rinnovabili e un eventuale passaggio a un incarico a tempo indeterminato solo sulla base di una valutazione dei singoli atenei. In sostanza, si prevede un sistema di reclutamento che conduca a una idoneità scientifica nazionale attraverso un concorso ogni due anni, uno per professori ordinari e uno per associati. Da questa lista nazionale, saranno le singole università a scegliere i professori più idonei. All’inizio i docenti potranno avere l’incarico per tre anni, rinnovabile per altri tre; poi le università decideranno se trasformarlo in contratto a tempo indeterminato oppure se farlo decadere. Non prima però, ed è questa la novità più rilevante, di aver svolto in ogni ateneo una valutazione del lavoro di ogni professore. Dopo la prima selezione a livello nazionale, “le università”, ha spiegato Moratti “chiameranno i docenti dalla lista in base alle proprie necessità, con una valutazione comparativa e con procedure che garantiscano trasparenza e pubblicità; saranno però le università a decidere, con un rafforzamento della loro autonomia. Anche per quanto riguarda la valutazione dei professori saranno gli atenei che, sulla base del percorso e della verifica degli anni di lavoro del candidato, decideranno se confermarlo oppure no”. Pace fatta dunque tra Crui e Ministro dopo le polemiche del dicembre scorso in cui i rettori delle università italiane avevano minacciato di dimettersi in massa per protestare contro i tagli ai finanziamenti previsti dalla Finanziaria. Le linee generali presentati oggi dovrebbero ora tradursi in un disegno di legge delega e passare attraverso i successivi decreti di attuazione. (m.ba.)

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