“Tenero amico”, “Amato”, “Folle”. Parole appassionate, scritte ma ritenute troppo compromettenti, tanto da essere censurate -forse – proprio dal suo stesso destinatario, il conte Axel von Fersen, amico e presunto amante di una delle sovrane di Francia più chiacchierate di tutti i tempi: Maria Antonietta, consorte di Luigi XVI. A rivelarlo è oggi lo studio di un’equipe di ricercatori dell’Università della Sorbona che ha esaminato la corrispondenza tra il nobile svedese e la regina di Francia con la spettrofotometria a raggi X (X-ray fluorescence spectroscopy XRF). Portato alla luce contenuti inediti, accuratamente occultati.
Raggi X utili non solo in medicina
I raggi X sono onde elettromagnetiche che presentano una buona penetrabilità all’interno dei materiali e per questo vengono impiegati per scopi di ricerca, diagnostica medica o per il riconoscimento qualitativo e quantitativo dei materiali utilizzati in un’opera d’arte o, come nel caso di questo studio, in un manoscritto.
Il funzionamento di questa tecnica è relativamente semplice: le radiazioni colpiscono gli atomi dell’elemento chimico contenuto nel campione creando una migrazione di elettroni che emette così dei fotoni caratteristici per ogni sostanza chimica. Le indagini spettroscopiche delle emissioni danno una stima precisa sulla tipologia e sulla concentrazione degli elementi chimici contenuti nei materiali utilizzati e il loro eventuale degrado o trasformazione.
Parole d’amore censurate
I ricercatori hanno analizzato con questo metodo quindici lettere scambiate tra Maria Antonietta e il conte tra il giugno 1791 e l’agosto 1792, conservate presso gli archivi nazionali francesi. Grazie all’indagine spettroscopica, in otto di queste è stato possibile portare alla luce e rendere più leggibili dei contenuti coperti da inchiostro: parole come “amato”, “tenero amico”, “adoro” e “folle”, indizi di una intima relazione tra i due nei giorni tumultuosi della Rivoluzione Francese.
Il censore di tali contenuti è rimasto sconosciuto sino ad oggi, così come le motivazioni che lo hanno spinto ad oscurare porzioni di lettere. L’attenta analisi dei manoscritti ha però evidenziato differenze consistenti nei rapporti rame/ferro e zinco/ferro degli inchiostri nei testi originali e dell’inchiostro utilizzato nelle parti censurate. Inoltre, sembrerebbe, molte lettere presumibilmente scritte da Maria Antonietta sono in realtà copie degli originali realizzati da von Fersen. L’inchiostro utilizzato dal Conte nelle sue lettere contiene rapporti quantitativi di rame ferro e zinco molto simili ad alcune cancellature o sovrascritture apportate, a suggerire che lo stesso von Fersen fosse il censore delle lettere.
Riferimenti: Science Advances