Lunedì scorso è stato un giorno importante per la scienza europea. Il 18 aprile infatti è iniziata la discussione del VII Programma Quadro. Ovvero la strategia della ricerca nel Vecchio Continente per i prossimi anni, fino al 2013. I ministri del settore della competitività dell’Unione Europea si sono riuniti per discutere il progetto di programma quadro proposto il 6 aprile dal commissario per la ricerca Potocnik. È il primo passo di un iter che porterà al lancio del programma nel 2007.I programmi quadro hanno alimentato la ricerca Europea a partire dal 1984, stabilendo nuovi obiettivi ogni cinque anni. La prima novità del nuovo programma è la sua durata, che viene innalzata a sette anni. Sotto il profilo finanziario, l’investimento in ricerca dell’Unione è quasi triplicato, passando da una media di circa 3,5 miliardi di euro all’anno a circa 10 miliardi, per un totale di 73 miliardi in 7 anni. La fetta di torta più grande (45 miliardi di euro), va alla “cooperazione”. Ovvero alle iniziative transnazionali con orientazione industriale. La fanno da padrone, in quest’area, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, seguite dalle scienze della salute e dalle nanoscienze. In più, balzano in primo piano i settori della sicurezza e dello spazio, legati alle minacce terroristiche e alla competizione con la ricerca spaziale americana. Un ruolo fondamentale per lo sviluppo di tutte queste linee sarà giocato dalle “Iniziative tecnologiche congiunte” (Joint Technology Initiatives). Ovvero aggregazioni di imprese private ed entità pubbliche orientate a determinati temi della ricerca applicata.Per quanto riguarda la ricerca di base, il progetto di Potocnik segna una discontinuità rispetto ai precedenti programmi. L’intenzione è di abbandonare l’approccio “top-down”, e di mettere la ricerca, anche nei suoi aspetti organizzativi, nelle mani dei ricercatori. Questo si realizzerebbe attraverso il Consiglio Europeo delle Ricerche (European Research Council), un’entità incaricata di gestire il 12 miliardi di euro stanziati per la scienza di base. I fondi verranno assegnati “a progetto”: gruppi e ricercatori presenteranno programmi di ricerca su tematiche scelte da loro, che verranno valutati del Consiglio. L’approccio “bottom-up” dovrebbe facilitare l’accesso ai fondi a ricerche in un ventaglio di temi molto ampio. Questo sistema rompe, però, il vincolo di transnazionalità imposto finora a tutte le ricerche europee. Infatti, in questa maniera, si potranno finanziare anche progetti portati avanti esclusivamente in un paese.Il progetto presta una speciale attenzione alle piccole e medie imprese. Al loro sviluppo, in connessione con strutture di ricerca, vengono dedicati 7,5 miliardi di euro. Infine, resta in piedi tutto il macchinario per la formazione e la mobilità dei ricercatori (soprattutto attraverso la rete Marie Curie), un settore dove l’investimento ammonta a 7,2 miliardi di euro. La bozza di programma quadro non ha destato reazioni critiche e dovrebbe essere approvato con poche modifiche. Il primo bilancio dei suoi risultati è previsto per il 2010.