Libertà di stampa, l’effetto della Primavera Araba

In Egitto, Tunisia e Libia la stampa è passata da essere “non libera” a essere “parzialmente libera”. Questo dato del rapporto annuale sulla libertà di stampa della Freedom House e del Newseum di Washington è uno dei risultati delle rivoluzioni dello scorso anno nei paesi africani. Per il resto il rapporto, pubblicato come ogni anno in occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa che si celebra oggi, non presenta grandissime novità: Finlandia, Norvegia e Svezia sono ai primi posti, insieme a Belgio e Danimarca; mentre in fondo ci sono la Corea del Nord, il Trukmenistan, l’Uzbekistan, l’Eritrea, la Bielorussia (caduta vertigionosamente in basso a causa delle misure restrittive che hanno fatto seguito alle proteste per la rielezione del Presidente Lukashenko), e appena più sopra l’Iran, la Guinea Equatoriale, Cuba, la Siria, la Cina e la Birmania.

Quest’anno lo status del Tonga è diventato “libero” e oltre a quello dei tre paesi Nord Africani, anche quello Zambia e Thailandia è diventato “parzialmente libero”. Le cattive notizie riguardano invece Gile, Guyana e Ungheria dove la stampa è passata da essere libera a esserlo solo parzialmente,e nella Guinea dove è invece diventata “non libera”.  Le situazioni regione per regione possono essere visualizzate grazie a una mappa interattiva, messa a disposizione dal Newseum sul suo sito. 

Migliora di poco la situazione italiana: il nostro paese passa da 75 a 70, ma è ancora una nazione con la stampa solo parzialmente libera ed è in netto ritardo rispetto agli altri paesi dell’Europa occidentale: è 24esima su 25, seguita solo dalla Turchia.

Leggermente diversa la classifica annuale redatta invece da Reporter senza frontiere, che però prende in considerazione un numero inferiore di paesi. Qui l’Italia è 61°, le più virtuose sono Finlandia, Norveglia, Estonia, PAesi Bassi, Austria e quelle meno Eritrea, Corea del Nord, Turkmenistan, Siria, Iran e China. 

A ricordare che la libertà di stampa non è ancora un diritto di tutti ci sono anche altri numeri: quelli che raccontano i giornalisti morti nel fare il loro lavoro, diffusi dall’International Press Institute di Vienna. Nel 2011 sono stati 102 i giornalisti uccisi nel mondo, e nei primi quattro mesi del 2012 hanno perso la vità già 43 reporter. 

Credit immagine: Reporter Senza Frontiere

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