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L’Italia dice no ai bambini soldato

I minorenni italiani non potranno più essere impiegati nelle guerre. Anche l’Italia infatti ha ratificato il Protocollo opzionale alla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. E adesso deve solo depositarlo presso le Nazioni Unite. Il Protocollo, approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel maggio 2000, fissa a 18 anni l’età minima per il reclutamento. Un limite più volte sostenuto dal Parlamento italiano, ma che ora “deve entrare a far parte della riforma delle Forze Armate”, ha sostenuto Davide Cavazza, coordinatore della sezione italiana della coalizione Stop all’uso dei bambini soldato . Un passo sicuramente importante, ma che non elimina la piaga dei baby-soldato. Infatti, lo stesso Protocollo vieta soltanto l’arruolamento coercitivo dei minori di 18 anni, ma non quello volontario. Secondo le stime della Coalizione, i piccoli in armi sarebbero oltre 300 mila, costretti, negli ultimi dieci anni, a combattere sia negli eserciti governativi sia in quelli di opposizione. Il fenomeno, infine, risulta particolarmente grave in Africa e in Asia ma non esclude l’America e l’Europa. (d.d.v.)

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