Se due macchine si scontrano a un incrocio, è molto probabile che perdano dei pezzi per strada. Sembra un fatto banale, ma succede anche agli ammassi di stelle: quando i bracci di due galassie collidono tra loro deve per forza rimanere qualcosa sul posto. Di solito si tratta di ammassi di materia oscura circondati da resti stellari visibili. Deve essere per questo che il cluster Abell 520 ha messo in difficoltà gli astronomi. Ha tutta l’aria di un tipico incidente stellare, ma intorno non ci sono tracce di materia comune.
Come spiega Space.com, si tratta di un caso davvero assurdo. Secondo le teorie più recenti, la materia oscura è sì invisibile, ma è pur sempre in grado di influenzare la gravità della materia circostante. Eppure Abell 520 appare come un punto completamente isolato dai resti stellari di uno scontro galattico avvenuto a 2,4 miliardi di anni luce da noi. Un po’ come se due macchine avessero fatto un frontale a un incrocio, perduto i motori e proseguito tranquillamente per la propria strada.
Forse il paragone automobilistico non è dei più accurati, ma per gli scienziati è comunque un vero grattacapo riuscire a capire perché l’ammasso Abell 520 sia completamente isolato. Nessuna traccia di materia visibile nelle vicinanze, sebbene questa avrebbe dovuto essere attirata dal cluster di materia oscura rimasto sul luogo dell’incidente. Insomma, il mistero continua a infittirsi e anche il recente studio apparso su The Astrophysical Journal non riesce a risolvere l’enigma. Una delle possibili spiegazioni prevede che le galassie abbiano abbandonato il luogo della collisione spostandosi altrove.
A occuparsi dell’analisi approfondita di Abell 520 è stato il team coordinato dall’astronomo James Lee dell’Università della California di Davis. Grazie alle immagini ottenute dal telescopio spaziale Hubble, gli scienziati sono riusciti a determinare con esattezza la posizione della materia oscura e a riscontrare l’assoluta assenza di tracce di materia convenzionale.
Anche se Abell 520 fosse quel che resta di una collisione galattica, per gli astronomi rappresenterebbe comunque un bel dilemma. Come riporta anche Ars Technica, potrebbe significare che la materia oscura è in grado di interagire con se stessa in modo inatteso.
Agli astronomi non resta che continuare le osservazioni e assicurarsi che il caso eclatante di Abell 520 non sia solo l’effetto di un errore di misurazione dovuto ai limiti degli strumenti di rilevazione. Il prossimo passo consisterà nel mettere a punto una simulazione al computer per studiare l’evento di collisione tra le galassie e gettare un po’ di luce sullo strano comportamento della materia oscura.
via wired.it
Nell’immagine il cluster Abell 520
Credit immagine: NASA/CXC/UVic./A.Mahdavi et al. (X-Ray); CFHT/UVic./A.Mahdavi et al. (Optical Lensing)