RTS,S/AS01: dietro questa sigla si cela un vaccino che potrebbe rivelarsi uno strumento fondamentale nella lotta contro la malaria, una delle principali cause di morte infantile nell’Africa subsahariana. Sviluppato a partire dagli anni Ottanta e già autorizzato dall’Agenzia europea dei medicinali (Ema) nel 2015, per la sua definitiva raccomandazione l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha atteso ulteriori studi che ne confermassero i benefici.
RTS,S/AS01: dietro questa sigla si cela un vaccino che potrebbe rivelarsi uno strumento fondamentale nella lotta contro la malaria, una delle principali cause di morte infantile nell’Africa subsahariana. Sviluppato a partire dagli anni Ottanta e già autorizzato dall’Agenzia europea dei medicinali (Ema) nel 2015, per la sua definitiva raccomandazione l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha atteso ulteriori studi che ne confermassero i benefici.
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Una storia che parte da lontano
La malaria, la malattia potenzialmente letale causata dal parassita P. falciparum – trasmesso alle persone attraverso le punture di zanzare – rappresenta una delle cause principali di malattia e di morti infantili nell’Africa subsahariana. Infatti, sebbene questa malattia sia diffusa in vari paesi del mondo, tra cui il sud-est asiatico, l’area del Mediterraneo orientale, del Pacifico occidentale e delle Americhe, è proprio il continente africano a scontarne il prezzo maggiore: nel 2019, dei 229 milioni di casi stimati di malaria, il 94% era in Africa. I bambini di età inferiore ai 5 anni sono la categoria più vulnerabile alla malattia e, sempre nel 2019, hanno rappresentato il 67% di tutte le morti per malaria nel mondo.
Proprio per questi motivi, trovare strategie preventive per evitare il più possibile la diffusione del parassita rappresenta un obiettivo cruciale per la salute globale. Tra questi, lo sviluppo di un vaccino come RTS,S, la cui storia inizia a partire dagli anni Ottanta. Dal nome commerciale Mosquirix e prodotto dalla multinazionale farmaceutica GSK, RTS,S contiene una porzione di una proteina di P. falciparum fusa a una proteina del virus dell’epatite B, aggiunta per innescare una risposta immunitaria più forte a chi è sottoposto a vaccinazione. Sviluppato per essere somministrato in almeno 3 dosi, RTS,S sarebbe in grado di limitare la capacità dei parassiti di maturare e riprodursi nel fegato dei bambini infettati e quindi di evitare la manifestazione della forma clinica della malattia.
L’autorizzazione di Ema
In realtà, l’approvazione dell’Oms non è la prima che RTS,S riceve: gli studi sull’efficacia e la sicurezza di questo vaccino sono iniziati nel 2003 e, nonostante qualche incertezza sugli effettivi benefici (già da allora emergeva che le prime tre dosi di vaccino riducessero solo di un terzo il rischio di sviluppare la forma grave della malattia), nel luglio 2015 l’Ema ne aveva approvato l’uso nei bambini di età compresa tra 6 e 17 mesi. Tuttavia, pochi mesi dopo, il comitato consultivo sui vaccini dell’Oms aveva raccomandato ulteriori studi per raccogliere dati sulla logistica, sulla sicurezza e sull’efficacia del vaccino, per comprendere meglio quale sarebbe stato il suo reale beneficio nel mondo reale. Proprio per questo, nel 2019 è stato avviato il programma pilota di somministrazione di RTS,S ai bambini in regioni selezionate in Ghana, Malawi e Kenya.
La raccomandazione
Dopo i primi due anni di programma, i dubbi sulla logistica sono stati fugati, e, con 2,3 milioni di dosi somministrate a oltre 800.000 bambini in 3 diversi paesi, è stato confermato anche il profilo di sicurezza. Per quanto riguarda l’efficacia, come negli studi precedenti, è emerso che RTS,S ha ridotto i tassi di ospedalizzazione per malattia grave di circa il 30%. Sebbene possa sembrare un numero non molto elevato, i dati derivanti dal programma indicano che la somministrazione del vaccino ha fatto in modo che più persone possibili accedessero alle strategie preventive contro la malaria: stratificando gli strumenti, in questi due anni oltre il 90% dei bambini ha beneficiato di almeno un intervento preventivo (per esempio, oltre al vaccino, le zanzariere trattate con insetticida).
Questi dati hanno convinto l’Oms, che finalmente ha raccomandato l’uso diffuso di RTS,S per la prevenzione della malaria nei bambini che vivono in regioni a trasmissione da moderata ad alta. Il vaccino, secondo le indicazioni dell’istituzione sanitaria, dovrebbe essere somministrato in un programma di 4 dosi nei bambini a partire dai 5 mesi di età.
Pur essendo uno strumento già conosciuto, la nuova raccomandazione dell’Oms accende un’ulteriore speranza. “Questo è un momento storico. Il tanto atteso vaccino contro la malaria per i bambini è una svolta per la scienza, la salute dei bambini e il controllo della malaria“, ha affermato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesu: “L’utilizzo di questo vaccino in aggiunta agli strumenti esistenti per prevenire la malaria potrebbe salvare decine di migliaia di giovani vite ogni anno“.
Via: Wired.it
Risultati che sono arrivati: a seguito di un programma pilota che ha coinvolto più di 800.000 bambini, l’istituzione sanitaria ha deciso di raccomandare l’uso diffuso del vaccino tra i bambini nelle zone del mondo con una trasmissione della malaria da moderata a elevata. Con un’efficacia pari al 30% rispetto allo sviluppo della malattia grave, insieme agli altri strumenti di prevenzione, RTS,S potrebbe salvare decine di migliaia di giovani vite ogni anno.