Alta tensione in casa Microsoft. Il lancio commerciale del sistema operativo Windows 2000 (http://www.microsoft.com/windows2000/default.asp) il 17 febbraio scorso, e le affermazioni distensive fatte negli ultimi giorni da Bill Gates sulle vicende giudiziarie della software house di Redmond, non hanno certo rallentato il corso del processo intrapreso dal Dipartimento della Giustizia statunitense (http://www.usdoj.gov) e da 19 Stati americani contro la Microsoft, accusata di pratiche monopolistiche. E non hanno affatto ammorbidito il giudice Thomas Penfield Jackson che, durante l’udienza conclusiva del 22 febbraio, non ha esitato a paragonare la vicenda a quella che vide protagonista, circa 90 anni fa, la Standard Oil di John D. Rockfeller. Il magnate americano al quale è stato paragonato il fondatore di Microsoft – Rockfeller deteneva agli inizi del secolo scorso il controllo del 90 per cento del mercato petrolifero americano, in barba alle disposizioni dello Sherman Antitrust Act del 1890 – subì nel 1911 una sentenza della Suprema Corte statunitense che smembrò la sua società in 30 compagnie distinte.
Bill Gates, che probabilmente comincia a sentirsi alle strette, addirittura non ha escluso di rendere di pubblico dominio il codice sorgente del nuovo sistema operativo (dagli oltre 29 milioni di linee di programma per Windows 2000 Professional ai 50 milioni per la versione Advanced Server, costate alla Microsoft qualcosa come un miliardo di dollari per lo sviluppo) se ciò potesse portare a una conclusione amichevole della vertenza.
Ma Jackson ha ribadito le tesi già espresse nel suo “Finding of facts” (ovvero l’enunciazione dei fatti rilevati dalla corte) del 5 novembre 1999, secondo le quali la legge Usa è stata violata oggi da Microsoft, come allora da Rockfeller, non acquisendo un monopolio attraverso la produzione e la distribuzione sul mercato di un prodotto tecnologicamente superiore (azione questa di per sé legale), ma utilizzando la propria posizione dominante sul mercato informatico per mantenere e addirittura estendere il monopolio su altri settori dell’economia americana, a danno della concorrenza e dei consumatori.
E se non bastassero i guai giudiziari negli Usa, ora proprio Windows 2000 potrebbe essere fonte di una nuova diatriba con la giustizia, stavolta quella europea. E’ dei giorni scorsi l’annuncio del commissario Ue Mario Monti, dopo le denuncie di piccole imprese concorrenti e di utenti finali, dell’apertura ufficiale di un’inchiesta nei confronti di Windows 2000. Lo scopo è stabilire se questo nuovo sistema operativo sia o meno in regola con le norme antitrust vigenti nella Unione. La Commissione – in buona sostanza – vuole verificare se sia stato progettato in modo da permettere ai consumatori di usufruire di certi servizi e funzionalità (in particolare rivolte verso il commercio elettronico) soltanto attraverso prodotti rilasciati dalla Microsoft stessa nel mondo dei server. A Bill Gates e Steve Ballmer, il nuovo amministratore delegato della società di Seattle, restano ancora due settimane per consegnare la documentazione richiesta da Monti, nella quale dovranno dimostrare all’esecutivo di Bruxelles l’infondatezza delle accuse.
I primi procedimenti giudiziari contro Microsoft risalgono addirittura al 1991. Ma il procedimento che si avvia alla conclusione in questi giorni è iniziato nel 1997, quando il giudice Jackson ha messo sotto accusa la politica aggressiva di Microsoft nei confronti dei suoi diretti avversari sul Web, in particolar modo verso la Netscape Communications. Con l’avvento di Windows 98, la Microsoft aveva di fatto obbligato tutti i propri utenti ad usare il browser Internet Explorer, legandolo indissolubilmente all’interfaccia utente: in Windows 98 ogni finestra di sistema, come per esempio Risorse del Computer, ha la stessa interfaccia grafica del web browser di Microsoft.
E mentre i margini per una trattativa sembrano ora veramente ridotti al lumicino, i legali della Microsoft continuano a definire inaccettabile ogni soluzione che porti al frazionamento della società informatica in più entità operative (la possibilità più gettonata quella di creare tre società distinte, una dedicata ai sistemi operativi, una all’Office automation e un’ultima a Internet), limitandosi in sede processuale a ribadire punto per punto le tesi difensive già rigettate dall’antitrust.