Sono oltre 100.000 i pazienti, con una prevalenza di 150-200 casi ogni 100.000 persone, interessati da sclerosi multipla; circa 170.000 i nuovi casi ogni anno di persone colpite da ictus e circa 1 milione quelle che vivono con gli esiti invalidanti della malattia. E ancora: 5 milioni i soggetti che soffrono di emicrania, circa il 18 per cento della popolazione femminile e il 9 per cento degli uomini, con l’emicrania cronica che riguarda invece 800.000 italiani, circa l’1-2% della popolazione. Più di 700.000, infine, le persone a rischio elevato di sviluppare una qualche forma di demenza. Le malattie neurologiche hanno quindi un forte impatto sulla salute degli italiani. Delle nuove prospettive di cura per alcune di queste condizioni si discute a Napoli in questi giorni al Congresso Nazionale della Società Italiana di Neurologia.
Innovazioni terapeutiche per l’emicrania. Buone notizie per i cinque milioni di italiani che soffrono di emicrania, patologia inserita dall’OMS, nella sua forma cronica, al 6° posto tra le cause di disabilità. Da oggi tutti coloro che sono impegnati nella cura delle cefalee possono infatti contare su un innovativo approccio terapeutico, che prevede l’utilizzo di anticorpi sviluppati artificialmente e diretti contro una particolare molecola, nota come CGRP, oppure verso il suo recettore. “Questa molecola, quando prodotta in eccesso nei neuroni del sistema trigemino-vascolare, responsabile dell’attacco emicranico, può provocare un’infiammazione che svolge un ruolo fondamentale nella genesi del mal di testa”, ha spiegato Gioacchino Tedeschi, Presidente del 48° Congresso Nazionale SIN e Direttore I Clinica Neurologica e Neurofisiopatologia A.O.U Università della Campania “Luigi Vanvitelli” di Napoli. “Si tratta comunque di nuovi farmaci ancora in via di sviluppo e non è ancora possibile conoscere il loro effettivo utilizzo nella pratica clinica e se rappresenteranno una terapia di prima linea o una terapia di fase avanzata per quelle forme di cefalea refrattarie ai più comuni trattamenti quali l’emicrania cronica, l’emicrania episodica farmaco resistente e la cefalea a grappolo”. L’emicrania è un dolore acuto e pulsante, della durata di ore o giorni, talvolta accompagnato da nausea, vomito, fastidio per la luce e i suoni. Il mal di testa non è però uguale per tutti: durata, intensità, frequenza, sede del dolore, associazione ad altri sintomi, modalità di insorgenza e disabilità possono cambiare da persona a persona. Il primo approccio terapeutico all’emicrania è il trattamento sintomatico dell’attacco acuto, ma se gli attacchi sono frequenti e invalidanti è bene ricorrere a una terapia di prevenzione, come la tossina botulinica o la neurostimolazione.
Nuove terapie per la sclerosi multipla. La sclerosi multipla (SM) è una malattia infiammatoria di origine autoimmune che colpisce il sistema nervoso centrale. In Italia interessa più di 100.000 pazienti, con una prevalenza di 150-200 casi ogni 100.000 persone. “Esistono numerosi farmaci per la fase iniziale infiammatoria della SM, mentre abbiamo scarse risorse terapeutiche per la fase progressiva, che ha meccanismi fisiopatologici diversi, di tipo prevalentemente degenerativo”, ha sottolineato Gianluigi Mancardi, Presidente eletto SIN e Direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Genova. “Negli ultimi anni, oltre alle terapie tradizionali di prima linea già disponibili da circa 20 anni, si sono aggiunti numerosi nuovi farmaci molto efficaci ma che presentano effetti collaterali e problemi di sicurezza. Nella terapia della malattia stanno per essere messe a disposizione ulteriori cure: dalla terapia con meccanismi di azione innovativi, alla terapia mirata a colpire i linfociti B, fino alla terapia immunosoppressiva ad ampio spettro già usata nelle malattie ematologiche. Anche la fase progressiva, specie se accompagnata da attività alla Risonanza Magnetica o da ricadute, sembra avere una finestra terapeutica”.
Innovazioni nella gestione e nelle terapie della demenza. In Italia sono oltre 700.000 le persone a rischio elevato di sviluppare una qualche forma di demenza. Per contrastare questa gravissima emergenza, dall’inizio dell’anno è al lavoro un Tavolo di Esperti organizzato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e coordinato dal suo Direttore Generale Mario Melazzini. Formato da neurologi, geriatri, Istituzioni (Ministero della Salute, AIFA, Istituto Superiore di Sanità) ed Associazioni di Malati, il Tavolo ha predisposto una bozza di modello organizzativo che mira all’intercettazione precocissima delle forme “prodromiche” di Alzheimer. Il modello organizzativo vuole identificare il “marcatore” o l’insieme di “marcatori” con il miglior rapporto costi/benefici: questo si traduce nella prognosi più precisa possibile, nell’essere non-invasivi, nell’essere disponibili sul territorio nazionale e nell’avere un costo sostenibile per il Sistema Sanitario Nazionale. “Sono in corso numerosi trials con farmaci sperimentali che, se efficaci, lo saranno esclusivamente se somministrati in questa fase “prodromica” di malattia. Poiché i costi dei trattamenti saranno elevati ed i rischi di effetti collaterali significativi, e poiché solo circa la metà dei soggetti a rischio si trova realmente in una fase “prodromica” (cioè svilupperà la malattia, mentre gli altri non la svilupperanno) si renderà necessario realizzare uno screening di massa”, ha spiegato Paolo Maria Rossini, Professore Ordinario di Neurologia e Direttore dell’Istituto di Neurologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.