Avrà una nuova casa l’Ursus ladinicus, l’orso preistorico i cui resti fossili furono rinvenuti nella Grotta delle Conturines scoperta nel 1987 in Alta Badia. Un ritrovamento unico sulle Dolomiti e ad alta quota di una specie che circa quarantamila anni fa popolava l’Europa. Lo scheletro integrale dell’imponente animale sarà finalmente esposto al pubblico in un museo a lui intitolato, il Museum Ladin Ursus ladinicus, che aprirà i battenti il prossimo 31 luglio a San Cassiano, Bolzano.
Secondo gli scienziati dell’Università di Vienna che hanno studiato i reperti, la presenza del l’Ursus ladinicus proverebbe che nel periodo interglaciale queste montagne godevano di un clima più mite di quello attuale, con temperature compatibili con lo sviluppo di una vegetazione boschiva (gli alberi oggi scompaiono a quota 1.900m): un ambiente dove l’orso – vegetariano –poteva ben sopravvivere. Sembra infatti che tutta la zona fosse frequentata abitualmente dagli antichi plantigradi: la caverna, nascosta dagli alberi era un ottima tana per le femmine e i cuccioli, non soltanto durante il letargo.
Oltre all’orso e ad altri preziosi reperti fossili delle Dolomiti, nel museo saranno esposti anche i resti del leone delle caverne, specie preistorica vissuta nello stesso periodo tra queste montagne. Il percorso espositivo, sviluppato su tre piani, illustrerà la formazione delle Dolomiti e della Grotta, la sua scoperta e lo scavo nonché la vita dell’orso nella caverna. Al primo piano, in una ricostruzione della Grotta (quella vera, a oltre 2.800 metri di quota, è raggiungibile solo dopo una lunga camminata) sarà ricollocato “l’orso che dorme”.