La Lega Anti Vivisezione (Lav) si scaglia ancora contro la sperimentazione animale. Questa volta si rivolge direttamente al presidente del Consiglio Romano Prodi e ai ministri della Salute Livia Turco e dell’Università e Ricerca Fabio Mussi in occasione di un convegno tenuto ieri presso la Camera dei Deputati, durante il quale sono stati consegnati al sottosegretario alla Salute Gian Paolo Patta un nuovo dossier dal titolo “Un’altra ricerca è possibile. Metodi sostitutivi alla sperimentazione animale” e il nuovo video “Sperimentazione animale: un male curabile”.
L’associazione sarà inoltre presente sabato 24 e domenica 25 marzo in 350 piazze italiane (elenco completo disponibile sul sito della Lav per coinvolgere i cittadini in una raccolta firme a sostegno della proposta presentata al Governo. Bando dell’impiego di specie animali a scopi didattici e per lo sviluppo di detergenti domestici, sostegno di iniziative in sede europea per la diffusione dei metodi alternativi, varo dell’Istituto Italiano per i Metodi Alternativi che rediga un registro ufficiale dei metodi sostitutivi utilizzabili a livello nazionale, sanzioni contro le violazioni e infine Obiezione di coscienza alla sperimentazione animale (la legge 413) tra i punti principali della petizione.
Dopo più di 20 anni, infatti, sta per essere modificata la direttiva UE 86/609 sulla protezione degli animali, recepita in Italia nel 1992 con il Decreto Legislativo 116. A questo proposito la Lav chiede l’impegno per l’adozione di misure di progressiva sostituzione dell’uso di animali a fini sperimentali.
Ogni anno, solo in Italia, quasi un milione di animali vengono sottoposti a esperimenti: i metodi alternativi, il cui sviluppo è stato incentivato dai programmi di finanziamento dell’Unione Europea, permetterebbero di salvare 300mila animali in tutto il continente. Le alternative già esistono: osservazione dei malati, studi epidemiologici, modelli matematici, ricerca su cellule e tessuti coltivati in vitro coprono il 70 per cento delle ricerche condotte a scopo biomedico e in molti casi hanno completamente sostituito l’utilizzo degli animali.
La validità scientifica di tali metodi è ormai consolidata e riviste scientifiche quali il British Medical Journal nel 2004 e Nature nel 2005 hanno dimostrato che la messa a punto di farmaci e terapie utili è possibile grazie agli studi clinici su volontari e più che alla ricerca su animali, i cui risultati non sempre sono estendibili all’uomo. (a.p.)