“A occhi chiusi” alla Maker Faire Rome: giocare bendati per apprendere in modo più inclusivo

Maker Faire Rome

Riconoscere degli oggetti “intrusi” in una scatola. Percorrere un sentiero composto da blocchi tutti diversi tra loro. Oppure sfidare gli amici in un gioco di carte che combina fortuna e destrezza. Sembrano passatempi semplici, ma cosa succederebbe se doveste provare a eseguirli bendati, senza potervi affidare alla vista? Con questa domanda in mente, Lucilla D’Antilio, designer e artista non vedente, e Mauro del Santo, docente del corso di laurea in product design all’Istituto europeo di design (Ied) di Roma, hanno ideato e portato in scena alla Maker Faire Rome, il più importante evento europeo dedicato all’innovazione (dal 25 al 27 ottobre al Gazometro Ostiense), il progetto A occhi chiusi, ossia undici giochi da fare a occhi chiusi, senza l’ausilio della vista. Tutti i giochi sono destinati prevalentemente ai bambini, ma sono sperimentabili da tutti: l’obiettivo, spiegano i suoi ideatori, è di esplorare il valore che il mondo dei sensi può rivestire nelle pratiche educative, fungendo da canale di stimolo per la cognizione, le emozioni e un apprendimento più inclusivo e personalizzato. Difatti, una delle idee del progetto è quella di offrire soluzioni per pratiche educative che potrebbero rivelarsi preziose per l’apprendimento in bambini con difficoltà cognitive e disturbi specifici, cui spesso i metodi tradizionali di insegnamento a scuola non danno risposte adeguate.

A occhi chiusi”, commenta del Santo, “nasce per riconoscere l’importanza di tutti i sensi e di non dare per scontato che sia solo la vista a orientarci nel mondo che ci circonda. Vogliamo sottolineare come la stimolazione sensoriale nel gioco rappresenti una porta principale d’accesso alla conoscenza e un elemento cruciale per l’apprendimento. Attraverso l’attività ludica, infatti, i bambini affinano le loro capacità di percepire e interiorizzare le informazioni provenienti dall’ambiente, e attraverso l’autonomia e la scoperta acquisiscono indipendenza e fiducia in sé stessi”.

I giochi proposti prevedono l’uso di materiali stimolanti, forme piacevoli e regole semplici ma sfidanti, pensate per attivare la fantasia ed esplorare e creare in modo spontaneo. Gli undici progetti, pensati per lo sviluppo cognitivo ed emotivo dei bambini attraverso la stimolazione sensoriale, abbracciano in particolare la capacità multisensoriale di percezione dello spazio, le diverse dimensioni della memoria – olfattiva, tattile e sonora – e i molteplici linguaggi espressivi che possiamo attivare con tutti i sensi, soprattutto il tatto, non limitandosi alle sole mani. Qualche esempio: il gioco Bare Foot, che propone l’attività di manipolare o ricostruire mentalmente forme senza vederle, e che può aiutare i bambini a comprendere meglio concetti matematici complessi e potenziare capacità di memoria non visiva; o All in Five, pensato per i bambini con dislessia, che combina forme e movimenti per stimolare la capacità di riconoscere e ricordare lettere e parole; oppure ancora Mani di Mare, un’avventura tattile per salvare l’oceano dai rifiuti e mettere in salvo le creature che lo abitano. Ogni giocatore indossa una benda sugli occhi e immerge le mani nella scatola, dove incontrerà animali marini nascosti tra i rifiuti plastici: l’obiettivo è ripulire il mare senza disturbare gli animali nel loro habitat naturale.