Disinfettanti e detergenti a base di alcol. Ecco come ridurre l’assenteismo e, di riflesso, aumentare la produttività. Niente regole rigide, niente controlli a tappeto che divorano tempo e soldi delle Asl: per la sua crociata contro le assenze in ufficio, il ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione, Renato Brunetta, dovrebbe soprattutto promuovere l’igiene personale sul luogo di lavoro.
Il consiglio arriva da uno studio tedesco pubblicato su BMC Infectious Disease. I ricercatori, guidati da Nilas-Olaf Hubner dell’Università Ernst Moritz Arndt di Greifswald, hanno coinvolto 129 impiegati di diverse amministrazioni pubbliche e li hanno divisi in due gruppi. Al primo gruppo, 65 partecipanti, è stato chiesto di comportarsi normalmente e non modificare le proprie abitudini. Al secondo è stato invece fornito un detergente disinfettante per le mani da adoperare almeno cinque volte durante una giornata lavorativa, specialmente dopo essere stati in bagno o dopo aver starnutito. Alla fine dello studio sono stati analizzati i dati relativi alle assenze degli impiegati per malattia e le risposte ad alcuni questionari completati dai partecipanti su eventuali sintomi (raffreddore, tosse, febbre, mal di testa) riscontrati durante i mesi di sperimentazione.
Come si aspettavano gli autori dello studio, il cambiamento nelle abitudini igieniche ha comportato una significativa riduzione nelle malattie contratte dagli impiegati, sia che si trattasse di raffreddore sia di influenza o di patologie gastrointestinali: meno assenze dal lavoro e meno sintomi fastidiosi e debilitanti. “Introdurre l’uso di un detergente in un’azienda o in un ufficio dell’amministrazione pubblica si è dimostrato un modo semplice e poco costoso per migliorare la salute degli impiegati e la loro efficienza”, ha concluso Hubner.
Riferimenti: BMC Infectious Disease doi:10.1186/1471-2334-10-250