È in corso una tempesta di aggiornamenti e notizie, peraltro non sempre veritiere. È l’epidemia delle informazioni, o “infodemia”, come l’ha definita l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), una “febbre” che ci ha colpito insieme al nuovo coronavirus responsabile della Covid-19. Dopo l’allarme Oms, arriva ora una mappa che permette di seguire l’andamento mondiale sui flussi dell’informazione social, in particolare Twitter, che coinvolge milioni di messaggi degli utenti. Realizzata da Fondazione Fbk, la mappa mette in relazione l’evoluzione dell’epidemia del Sars-CoV-2 con la diffusione delle notizie da fonti attendibili e inattendibili.
La mappa è in continuo aggiornamento e i risultati dell’analisi sono riportati in un report.
Lo studio sull’infodemia
La piattaforma è realizzata dal laboratorio CoMuNe Lab della Fondazione Fbk insieme a all’Università Iulm di Milano e al Berkman Center for Internet & Society, centro di ricerca dell’Università di Harvard. I ricercatori hanno rilevato e analizzato, dal 21 gennaio a oggi, più di 100 milioni di tweet. I tweet provengono da utenti reali e da bot: fra le oltre 20 milioni di notizie, circa il 60% provengono da esseri umani mentre il 40% dai bot. Gli scienziati hanno monitorato le emozioni associate all’epidemia. In particolare, si sono soffermati sul cosiddetto il collective sentiment, l’insieme delle sensazioni che definiscono stato d’animo generale della popolazione, sia a livello globale sia diviso per paesi, misurato tramite punteggi standard.
I risultati
Facendo una media globale, in prossimità delle tappe fondamentali del coronavirus nel mondo, è aumentata la quantità di notizie. Crescono soprattutto le notizie inattendibili, come si vede dai grafici, sia provenienti da bot sia da utenti reali. Dunque aumentano le fake news. Lo si vede chiaramente dall’immagine qui sotto: guardando alla voce “reliability“, ovvero “attendibilità”: la quantità di messaggi contenenti news verificate è colorata in verde, mentre quella di fatti inattendibili è in rosso. Lo stato d’animo collettivo risulta mediamente negativo durante tutto il periodo da fine gennaio a oggi.
Considerando l’Italia, l’esposizione alle informazioni (verificate e non) aumenta molto a partire della data del 21 febbraio. E non a caso: da quel momento in poi vengono notificati i primi casi italiani non legati ai tre viaggiatori provenienti da Wuhan. Ma crescono ancora di più le notizie da fonti inattendibili rispetto a quelle validate. Il sentiment è mediamente negativo in tutto il periodo. Lo stato d’animo più negativo si registra in alcune zone della Sicilia, della Sardegna, dell’Abruzzo, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Toscana e alto Lazio. Qui la mappa del sentiment in Italia.
L’infodemia prima dell’epidemia
“La diffusione del contagio”, spiegano gli autori della piattaforma, “è stata preceduta da un aumento rapido e insolito dell’attività di soggetti umani e agenti artificiali, i cosiddetti bot sociali, volta a diffondere informazioni non verificate ascrivibili a varie categorie di fake news”.
“L’infodemia”, ha spiegato Manlio De Domenico, fisico dei sistemi complessi e responsabile dell’Unità CoMuNe Lab alla Fondazione Bruno Kessler di Trento, “presenta caratteristiche molto simili a quelle di un’epidemia. Ci sono milioni di utenti ignari di essere esposti a notizie poco affidabili messe in rete da manipolatori sociali non necessariamente umani”.
L’infodemia, il troppo fa male
L’infodemia è una vera e propria epidemia di informazioni che accompagna l’epidemia reale, quella medica, dovuta al nuovo coronavirus. A chiamarla “infodemia” per la prima volta, il 2 febbraio 2020, è l’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’Oms evidenzia i pericoli di un sovraccarico di stimoli di ogni genere, che spesso non sono corretti. Da un lato è bene rimanere informati, ascoltando le notizie divulgate dalle autorità e dalle fonti ufficiali. Dall’altro, come hanno sottolineato l’Istituto Superiore di Sanità e l’Oms, cercare continuamente nuovi aggiornamenti sui media, spesso dedicando buona parte o l’intera giornata a questo, può essere nocivo anche per il benessere psico-fisico.
Grazie per la buona informazione che date MI PIACEREBBE che ci continuaste ad informarci sulle dinamiche sociali e psicologiche una volta finito il clamore e su tempi modi strategie e varie soluzioni messe in atto dai vari paesi
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