Marte è fatto a strati. Se l’informazione non è una novità, la conferma e una possibile spiegazione si sono meritati un articolo su Science. Uno studio condotto da Roger J. Phillips del Southwest Research Institute (Colorado, Usa), che ha coordinato 16 diversi istituti e università, tra i quali la Sapienza di Roma, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, l’Università di Roma Tre, e l’Università G. d’Annunzio di Pescara, mostra infatti la mappatura radar della calotta polare di Marte: immagini che hanno consentito dettagliate analisi degli strati e offerto nuovi indizi sulla loro formazione e sulla storia termica del pianeta.
Per decenni gli esperti hanno cercato una spiegazione convincente per queste formazioni presenti su tutta la superficie. La teoria più accreditata finora prevede una periodicità ben precisa, legata, per esempio, alle variazioni del moto di rotazione del pianeta, che causano cambiamenti climatici regolari su tempi molto lunghi. Tuttavia, a causa delle scarse prove, questa teoria finora non era stata confermata, e l’esistenza stessa degli strati era stata messa in dubbio.
Utilizzando i dati del Mars Reconnaissance Orbiter, i ricercatori hanno ora potuto esaminare quattro strati di ghiaccio ricchi di sabbia e polveri, ciascuno separato da lastre di ghiaccio più puro. Combinando numerose immagini e topografie di sonde spaziali, è stato possibile evidenziare, senza ambiguità, strati di circa un metro e mezzo, formatisi in periodi ciclici di 120mila anni. Il sistema radar ha evidenziato al Polo Nord fino a 50 strati: la calotta si sarebbe quindi formata in un periodo di circa cinque milioni di anni. Il suo peso, aggiungono i ricercatori, non ha deformato i sedimenti sottostanti, il che implica uno strato di dura crosta, spesso più di 300 chilometri. Lo studio dà un notevole sostegno alla teoria della periodicità cimatica basata sulla variazione dell’orbita del pianeta. (m.f.)