“L’effetto deleterio sui matrimoni tra persone di sesso opposto è stato considerato un fattore chiave per la riduzione e l’eliminazione dei diritti delle coppie dello stesso sesso. Tali affermazioni non appaiono credibili di fronte alle prove esistenti, e concludiamo che i tassi di matrimoni tra persone di sesso opposto non è influenzato da unioni civili o matrimoni tra persone dello stesso sesso”: è la conclusione cui sono arrivati gli scienziati della School of Community Health, presso la Portland State University, in uno studio recentemente pubblicato su Plos One. Un risultato che, sostanzialmente, va nella stessa direzione della storica sentenza della Corte Suprema statunitense sulla legittimità dei matrimoni gay: i giudici hanno stabilito che i matrimoni dello stesso sesso contratti in uno stato dell’Unione sono validi in tutti gli Usa. Dichiarando di fatto incostituzionale il famigerato Doma ( Defense of Marriage Act) di clintoniana memoria, che lasciava discrezionalità ai singoli stati sul riconoscimento delle unioni omosessuali.
Gli scienziati si sono chiesti se “il matrimonio tra persone dello stesso sesso andasse a detrimento del matrimonio tra persone di sesso opposto”. E la risposta, cifre alla mano, è stata negativa. Lo studio, infatti, ha preso in considerazione il numero di matrimoni etero in tutti gli stati dell’Unione nel periodo 1989-2009, espresso in percentuale rispetto alla popolazione adulta (cui si faceva ironicamente riferimento con l’espressione “persone a rischio di matrimonio”), e lo ha comparato al tasso di matrimoni nei 13 stati in cui le unioni gay sono diventate legali prima del 2009. “Abbiamo scoperto che non ci sono effetti a breve né a lungo termine dei matrimoni gay o di leggi, forti o deboli, sulle unioni gay, rispetto al tasso di matrimoni etero”, scrivono gli scienziati. Il che, in altre parole, vuol dire che la percentuale di matrimoni tra persone di sesso diverso non dipende dal fatto che i matrimoni gay siano legalizzati o meno.
L’ipotesi iniziale dei ricercatori era che si sarebbe potuto verificare un brusco cambiamento nel tasso di matrimoni etero dopo la legalizzazione dei matrimoni gay. Soprattutto a causa delle forti prese di posizione di movimenti come la National Marriage Boycott, i cui iscritti si impegnavano a non sposarsi fino alla completa legalizzazione delle unioni omosessuali. Ma i dati hanno evidentemente sconfessato questa teoria.
In ogni caso, sostengono gli scienziati, lo studio fa emergere la necessità di svolgere ulteriori ricerche sull’argomento. In particolare sui divorzi, per cui non ci sono abbastanza dati. E su quello che è avvenuto dopo il 2009. Ma, in ogni caso, sembra proprio che siamo sulla strada giusta.
Via:Wired.it
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