(Università degli studi di Modena e Reggio Emilia) – L’Unità di Endocrinologia dell’Ospedale di Baggiovara, diretta da Manuela Simoni di Unimore, afferente al Dipartimento d’Eccellenza di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze, pubblica un articolo dagli importanti risvolti per la fisiologia della riproduzione e la fecondazione assistita. L’articolo è stato pubblicato dalla rivista Trends in Endocrinology & Metabolism, focalizzata su nuove e innovative visioni nel campo dell’endocrinologia e del metabolismo. Tra gli autori anche i giovani ricercatori (tutti under 40) Livio Casarini, Daniele Santi e Francesco Potì. La ricerca è incentrata sulla ridefinizione del concetto di “spare” luteinizing-hormone receptor, che tradotto letteralmente significa “recettori di scorta dell’ormone luteinizzante (LH)”.
“Questa espressione – chiarisce Manuela Simoni – è usata per spiegare come basse dosi di un ormone possano attivare una risposta biologica ai massimi livelli, grazie all’attivazione di meno dell’1% dei propri recettori. Tale concetto è ben noto in farmacologia ed è alla base della regolazione di diversi effetti fisiologici. Ad esempio, la trasmissione di alcuni segnali nei neuroni da parte delle catecolamine, famiglia di molecole alla quale appartiene la famosa adrenalina, è regolata secondo questi criteri”.
Questo concetto è tuttavia utilizzato, senza evidenza scientifica, in clinica nella stimolazione ovarica nell’ambito della fertilizzazione assistita. “Il meccanismo di azione di farmaci a base di LH, utilizzati nei protocolli di fecondazione assistita in ambito clinico-ginecologico, viene tradizionalmente basato sul concetto di “spare” receptors senza alcuna evidenza”, spiega Livio Casarini. “Tale affermazione è ingiustificata, come ho avuto modo di approfondire assieme ai miei colleghi, il farmacologo Francesco Potì e l’endocrinologo clinico Daniele Santi. Infatti tale assunzione deriva impropriamente da “storici” studi in vitro risalenti agli anni ’70 sui topi. Tuttavia, le nostre recenti ricerche indicano che tali dati non sono più adeguati a spiegare ciò che avviene nell’ovaio umano, durante la crescita dei follicoli”.
Gli autori del lavoro hanno quindi proposto un nuovo modello che spiega come avvenga la maturazione della cellula uovo, che pone le basi per ulteriori ricerche nel campo. “Tale modello – aggiunge Casarini – spiega come la maturazione della cellula uovo progredisca grazie a segnali unici nel follicolo dominante, inviati grazie all’interazione fisica tra recettori di ormoni sessuali diversi”.
“Sono molto orgogliosa di questo lavoro – afferma Simoni – frutto di diversi anni di ricerca dei nostri giovani e preludio ad ulteriori importanti scoperte. Infatti abbiamo a disposizione non solo eccellenti giovani ricercatori, ma anche le più avanzate tecniche per valutare il contatto tra singole molecole a livello sub-cellulare e in tempo reale, mentre a breve disporremo di ulteriori strumentazioni che verranno acquisite grazie al finanziamento del Miur dedicato ai “Dipartimenti di Eccellenza”.
“La prestigiosa pubblicazione a firma dei colleghi dell’Unità di Endocrinologia – afferma Carlo A. Porro, Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze di Unimore – fornisce ulteriore conferma del ruolo di leader del gruppo di ricerca diretto da Simoni nel contesto internazionale della fisiopatologia della riproduzione, e della fruttuosa sinergia tra ricerche di base e clinica. Tale valenza traslazionale è stata una delle chiavi del successo del progetto presentato dal nostro Dipartimento nel recente bando MIUR “Dipartimenti di eccellenza”.
Riferimenti: Spare Luteinizing Hormone Receptors: Facts and Fiction; Livio Casarini, Daniele Santi, Manuela Simoni, Francesco Potì; Trends in Endocrinology & Metabolism