Un approccio androcentrico, cioè basato sulle caratteristiche fisiologiche e culturali del genere maschile. E’ quello di cui ancora oggi è permeata la medicina, certamente quella di stampo occidentale. Per contrastare questa visione della salute che permane da secoli è nata la medicina basata sul sesso (differenze biologiche dovute alla genetica, agli ormoni) e sul genere (definito da etnia, stato e ruolo sociale, livello d’istruzione, luogo di nascita e residenza, religione, cultura etc.). Pertanto, la medicina di sesso-genere è uno di quei cambiamenti la cui applicazione porterà a cambiamenti epocali poiché dà il giusto peso alle differenze. Promuovendo così una salute e una medicina personalizzata e olistica perché prevede di mettere al centro la persona ed il suo mondo attraverso l’interdisciplinarità e l’intersezionalità.
Anche di questo si parlerà a Firenze nel corso dell’evento “L’intelletto delle donne”, a Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati il 9 maggio, con la partecipazione de “La Toscana delle donne”, Women20 Italia, Ars Pace e WDIT (We Do IT Together).
“Quando diventeremo consapevoli che la salute e la malattia non dipendono solamente dall’individuo ma anche dal contesto dove vive e dalla sua storia e dalla relazione medico-paziente avremo fatto passi giganteschi verso l’applicazione della medicina basata sul sesso e genere, primo passo fondamentale verso la medicina personalizzata che considera tutti I fattori di rischio individuali, l’età, l’etnia, gli stili di vita, la genetica, l’epigenetica utilizzando le metodologie più moderne”, spiega Flavia Franconi, coordinatrice del Comitato Globale per la Medicina di Genere. “Solamente se si considera il sesso e il genere si arriva a considerare la persona nella sua interezza; perciò, la medicina basata sul sesso e genere diventa olistica”.
La sua applicazione, continua Franconi, aumenta il rigore della ricerca, potenzia l’innovazione, riduce le diseguaglianze integrando il sistema sanitario con quello sociale. Non solo: questo approccio migliora la salute pubblica perché aumenta l’appropriatezza diagnostico-terapeutica nella maggior parte della popolazione generando una medicina basata sull’evidenza che mette al centro la persona. Infine, aggiunge Franconi, aumenta la sostenibilità. Un’analisi economica della NHLBI’s Women’s Health Iniziative ha stimato che per un investimento di 260 milioni di dollari si ha un ritorno di economico di 37,1 miliardi di dollari.
Per questo, continuano le esperte riunite a Firenze, dobbiamo suggerire che gli algoritmi dell’Intelligenza artificiale applicati nel campo della salute tengano conto del sesso e del genere, altrimenti una gran parte della popolazione (donne, popolazioni non binarie, gender fluid) non riceverà la cura più appropriata e dovrà indossare ancora mascherine disegnate sul viso di un uomo o cinture di sicurezza progettate per un torace maschile che notoriamente è molto diverso da quello femminile.
Per fare ciò il Women20 ha deciso di fondare il Global Gender Medicine Board per testimoniare in maniera forte e chiara il bisogno dell’intersettorialità e dell’interdisciplinarietà. Nel board siederanno allo stesso tavolo i medici, i professionisti sanitari, ma anche fisici, ingegneri, economisti, informatici, esperti in ergometria, sociologhi e psicologi per stilare documenti con le azioni positive da suggerire ai governi nuovi dei 20 paesi più industrializzati, per arrivare all’applicazione di una medicina che riconosca l’unicità della sua persona.
Alla sessione Global Gender Medicine Board parteciperanno Flavia Franconi, Coordinatrice Comitato Globale per la Medicina di Genere, che spiegherà perché questo board è nato e cosa intende fare. Virginia Littlejohn, Capo Delegazione W20 USA, parlerà di quanto sia economicamente sostenibile la medicina basata sul sesso e genere. Vera Regitz-Zagrosek, fondatrice dell’Istituto di Medicina di Genere della Charité di Berlino illustrerà i passi avanti che ha fatto la cardiologia (le malattie cardiache sono la prima causa di morte per le donne) in campo del genere. Isabella De Martini, Ambasciatrice di Genova nel mondo parlerà dei gap di genere che ancora esistono in sanità facendo un confronto tra le varie realtà europee. Lucia Turco, Direttore Generale dell’Agenzia Regionale di Sanità Toscana racconterà quanto l’Agenzia ha fatto in questo settore negli ultimi anni, mentre María José Caldés Pinilla, direttrice del Centro di Salute Globale Regione Toscana parlerà di che cosa significa la medicina di genere nell’ambito della salute globale. Monica Bettoni, dell’Osservatorio Nazionale Medicina di Genere, riporterà le esperienze fatte nell’ambito dell’osservatorio di medicina e della Fondazione Risk Forum Management. Infine Valeria Dubini, Responsabile Rete Codice Rosa ASL Centro parlerà della violenza di genere e di come essa possa contenere trappole che finiscono per impastoiare e paralizzare l’intelletto e rivelarsi mortali.