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Mediterraneo: uccisi 25 milioni di uccelli ogni anno

di
Francesca Buoninconti

Una vera minaccia alla biodiversità si abbatte ogni anno nei paesi bagnati dal Mediterraneo: ogni anno 25 milioni di uccelli migratori vengono uccisi illegalmente dai bracconieri. E l’Italia è al secondo posto della triste classifica dei paesi colpevoli di tale sfregio alla natura.

La denuncia arriva dal report The Killing, appena presentato alla Birdfair 2015 da BirdLife International e realizzato grazie alla collaborazione con i partner dell’area mediterranea compresa la Lega Italiana per la Protezione degli Uccelli (Lipu). Così, per la prima volta, è stata finalmente realizzata una stima del numero di abbattimenti illegali nei singoli paesi.

Le vittime dell’illegal killing sono piccoli passeriformi come fringuelli, capinere, pettirossi e tordi. Ma anche specie classificate come vulnerabili o minacciate dalla lista rossa dell’IUCN: chiurlo maggiore, capovaccaio, nibbio reale e anatra marmorizzata. Nessuno è risparmiato. E l’80% di questi (20 milioni) viene abbattuto in soli dieci paesi. Al primo posto l’Egitto con 5,7 milioni l’anno, seconda l’Italia (ma prima in Europa) con poco meno: 5,6 milioni. Seguono Siria (3,9), Libano (2,6) e Cipro (2,3). Grecia, Francia, Croazia e Libia, invece, sono responsabili dell’uccisione di circa 700.000 uccelli ciascuna ogni anno. Ultima della top-ten della vergogna l’Albania, con 300.000 esemplari.

E se i numeri sono sconcertanti, i mezzi con cui vengono attirati e uccisi non sono da meno. Vittime dei fucili, catturati con reti e tagliole, o incollati ai rami cosparsi di vischio. Gli uccelli vengono poi venduti ai ristoranti o accecati e chiusi nelle gabbie, utilizzati come richiami vivi, costretti a cantare per attirare i loro simili. Tutte tecniche ben note ai bracconieri, anche italiani. “Il nostro paese ha gravissime responsabilità di fronte ai numeri impressionanti delle uccisioni di uccelli migratori” spiega a Galileo Fulvio Mamone Capria, Presidente della Lipu. “In un’area che è un terzo di quella egiziana, viene abbattuta praticamente la stessa quantità di esemplari”. Infatti, delle 348 specie presenti sul territorio italiano, il 43% è stato vittima di un “pesante e radicato bracconaggio, in alcune aree inquinato anche da commistioni con la criminalità locale, che dovrebbe essere contrastato con maggiore efficacia” continua Capria.

In Italia le aree in cui l’illegal killig è più intenso sono il Sulcis in Sardegna (126.000 uccelli abbattuti l’anno), il bresciano (112.000), e il delta del Po (84.000). Ma “i risultati della Lipu ottenuti a Brescia e nel Sulcis, con i campi antibracconaggio, rischiano di essere a breve vanificati se non si proseguirà nel costante controllo del territorio e nella prevenzione dei reati venatori” mette in guardia Capria. Secondo il report, infatti, in Italia ogni anno vengono uccisi illegalmente tra i due e i tre milioni di fringuelli, circa 900.000 pispole e 600.000 pettirossi. Non va meglio alle specie più grandi: il 50% della popolazione nidificante di anatre marmorizzate viene abbattuta, e la percentuale scende di poco per il nibbio reale (30%) e il capovaccaio (20%).

Storicamente la cattura degli uccelli rappresentava una importante fonte di proteine animali, spesso carenti nel regime alimentare. Oggi però è uno schiaffo alla conservazione delle specie, “che un tempo erano abbondanti in Europa e sono ora in declino” come dichiara Patricia Zurita, direttore generale BirdLife International. Oggi “gli uccelli hanno bisogno di rotte migratorie più sicure” avverte Claudio Celada, direttore di Lipu-BirdLife Italia. “Chiediamo dunque che l’Europa e l’Italia incrementino gli sforzi per la conservazione e la condanna delle illegalità, prima che sia troppo tardi”.

L’Illegal Killing nel Mediterraneo 

Uccelli illegalmente uccisi/catturati ogni anno (min – max)

1. Egitto 5,700,000 (741,000 – 10,600,000)

2. Italia 5,600,000 (3,400,000 – 7,800,000)

3. Siria 3,900,000 (2,900,000 – 4,900,000)

4. Libano 2,600,000 (1,700,000 – 3,5000,000)

5. Cipro 2,300,000 (1,300,000 – 3,200,000)

6. Grecia 704,000 (485,000 – 922,000)

7. Francia 522,000 (149,000 – 895,000)

8. Croazia 510,000 (166,000 – 855,000)

9. Libia 503,000 (325,000 – 680,000)

10. Albania 265,000 (206,000 – 325,000)

11. Spagna 254,000 (103,000 – 405,000)

12. Tunisia 139,000 (50,400 – 227,000)

13. Serbia 133,000 (104,000 – 163,000)

14. Montenegro 130,000 (64,000 – 197,000)

15. Malta 108,000 (5,800 – 211,000)

16. Territori Autorità palestinese 89,700 (70,000 – 109,000)

17. Portogallo 82,400 (32,400 – 133,000)

18. Marocco 74,400 (23,400 – 125,000)

19. Turchia 59,100 (24,400 – 93,900)

20. Bosnia ed Erzegovina 34,700 (22,400 – 46,900)

21. Algeria 28,900 (17,500 – 40,300)

22. Slovenia 21,900 (140 – 43,700)

23. Giordania 17,300 (13,000 – 21,600)

24. Macedonia FYR 2,100 (600 – 3,700)

Gibilterra non ci sono stime attendibili

Israele non ci sono stime attendibili

Riferimenti: The Killing

Credits immagine: Birdlife Ciprus

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