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Medulloblastoma nel mirino

Uccidere il tumore minando le sue basi, le cellule staminali cancerose che lo alimentano. Così si potrebbe sconfiggere il medulloblastoma, un tumore maligno del sistema nervoso centrale molto comune nei bambini. A questo scopo l’equipe coordinata da Cristina Bottino, ordinario di Patologia Generale dell’Università di Genova e responsabile del Laboratorio di Immunologia del Gaslini, ha elaborato una strategia: stimolare delle cellule presenti nel nostro sangue, chiamate Natural Killer (NK).

Ma per colpire le cellule cancerose bisogna prima di tutto individuarle. “Abbiamo   analizzato   le   cellule  del  medulloblastoma”, spiega  Bottino, “e  notato  che  alcune avevano l´antigene CD133, mentre  in altre cellule era assente. Il CD133 è un antigene presente sulle cellule staminali di vari tumori e permette quindi di identificarle”. Il secondo passo è stato poi quello di verificare se le NK, fossero in grado di “vedere” questo particolare antigene e poi fossero in grado di eliminare la cellula che portava questa bandierina di riconoscimento. “La risposta ad entrambi i quesiti è stata positiva: le cellule staminali del medulloblastoma possono essere “viste” e uccise dalle cellule NK. Tutto questo in laboratorio”, va avanti la ricercatrice che ha pubblicato i risultati della sua ricerca sull’European Immunology Journal.

L’utilizzo delle NK per indurre una risposta immune contro neoplasie molto aggressive come le leucemie acute ad alto rischio è già stato proposto. Nel caso del medulloblastoma, però, la localizzazione del tumore all’interno del cervello rende le cose più delicate. “E’ possibile ipotizzare l’infusione locoregionale di cellule NK, dopo l’intervento e l’asportazione del tumore. Esiste  la  possibilità  concreta  che  le NK possano scovare e uccidere le cellule  staminali  tumorali  residue  (che  la  chirurgia non è riuscita a eliminare)  e  che  sono  responsabili  delle  recidive  del tumore stesso, purtroppo  molto frequenti”, ha commentato Lorenzo  Moretta, Direttore Scientifico dell’Istituto  Gaslini e coautore del lavoro. (g.r.)

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