Daniel Cesanello di Guarrato (frazione di Trapani) non aveva neanche due anni. È morto nella notte tra venerdì e sabato dopo essere stato portato dai genitori, preoccupati per una febbre altissima, all’ospedale di Trapani. La mattina al nosocomio, credendo di avere davanti solo un caso di influenza, i medici avevano prescritto tachipirina. Tornato in ospedale la sera il bimbo è deceduto, forse per meningite.
Il caso di Trapani, su cui ora si indaga, e quelli toscani degli ultimi giorni (il diciottene di Cascina che è stato ricoverato dopo essere stato nella discoteca Yab di Firenze, il bimbo di quattro anniricoverato al Meyer e il decesso del ragazzo di tredici anni) hanno richiamato l’attenzione e riacceso i timori sul pericolo meningite, che gli ultimi dati relativi al nostro paese mostrano in aumento. Tanto che la stessa Asl di Firenze, che ha consigliato profilassi antibiotica a chi presente nella discoteca frequentata dal ragazzo di Cascina, ha diramato una nota per fare il punto sulla malattia, su come riconoscerla e sulle strategie che abbiamo per difenderci.
Cos’è
Con meningite si intende un’infiammazione delle membrane (meningi) che ricoprono il cervello ed il midollo spinale (normalmente sterili). Di origine generalmente infettiva può essere causata da virus (herpes virus ed enterovirus), batteri e altri microrganismi (come funghi), con le forme virali come le più comuni e meno gravi, a differenza di quelle batteriche. Quest’ultime forme sono causate principalmente da tre tipi di batteri: Neisseria meningitidis (meningococco, tipico delle vie respiratorie, di cui cinque sono i ceppi in grado di causare malattia, A, B, C, W 135 e Y, con B e C come i più comuni),Streptococcus pneumoniae (causa anche di otiti e polmoniti) eHaemophilus influenzae tipo b.
Quali sono i sintomi
Come ricordano dal portale Epicentro, i sintomi della meningite sono indipendenti dall’agente che causa la malattia e sono più comunemente: irrigidimento della parte posteriore del collo (rigidità nucale); febbre alta; mal di testa; vomito o nausea; alterazione del livello di coscienza; convulsioni, agitazione, torpore o coma. L’aspecificità di alcuni sintomi potrebbe portare a confondere la malattia con sindormi influenzali, se non fosse che dopo due tre giorni i sintomi tendono a peggiorare considerevolemente.
Come si trasmette l’infezione
Il periodo di incubazione della malattia varia a seconda dell’agente eziologico coinvolto: da 3 a 6 giorni per le forme virali, da 2 a 10 per quelle batteriche (con una media di 3/4). La malattia è più frequente nella stagione invernale e agli inizi della primavera, dove, complici anche le situazioni di sovraffollamento in ambienti chiusi è più facile la trasmissione. Trasmissione che avviene generalmente per via aerea, attraverso starnuti e secrezioni. Va ricordato però che una buona percentuale della popolazione è portatrice sana dei germi che causano la malattia. Alcune condizioni, quali infezioni alle vie respiratorie, immunodepressione e immunodedicienze possono rappresentare un fattore di rischio per la malattia.
Trattamenti
Se curata tempestivamente, ricordano dalla Asl di Firenze, la malattia può avere un decorso favorevole. I trattamenti in genere sono di tipo antibiotico (affinati in base all’identificazione dell’agente che ha causato la malattia), e possono essere somministrati anche a scopo profilattico laddove necessario (come consigliato ai ragazzi che si trovavano nella discoteca fiorentina).
I vaccini
La vaccinazione contro Haemophilus influenzae b in Italia è prevista da anni per i neonati (attraverso l’esavalente), e sono disponibili vaccini contro le forme più comuni di meningococco C e B, quest’ultimo arrivato da poco e recentemente inserito dalla Regione Toscana tra quelli consigliati ai bambini giunti al primo anno di vita, come ricordano dalla Asl di Firenze. Esistono anche vaccini contro lo pneumococco, e i ceppi A, Y e W 135 di meningococco, sebbene questi ultimi, conclude Epicentro, forniscano una protezione di breve durata.
Via: Wired.it
Credits immagine: Sanofi Pasteur/Flickr CC