Il registro parla, finalmente. A tre anni dall’entrata in vigore della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, il ministro Livia Turco ha presentato oggi in Parlamento i dati relativi ai cicli effettuati dal 2003 al 2005 raccolti dal Registro Nazionale delle Pma dell’Istituto Superiore della Sanità: dopo il 10 marzo del 2004, data dell’entrata in vigore della legge 40, diminuiscono le gravidanze, aumentano i trattamenti che non hanno successo, sono meno gli ovociti inseminati a fronte di un numero maggiore di embrioni trasferiti, aumentano i parti plurimi e gli esiti negativi delle gravidanze.
I dati ottenuti dai 169 centri censiti indicano che la percentuale di gravidanze ottenute sui prelievi passa dal 24,8 per cento nel 2003 al 21,2 per cento nel 2005 con una riduzione di 3,6 punti percentuali. Applicando poi la percentuale di gravidanze ottenute sui prelievi nel 2003 a quelli eseguiti nel 2005 si evince una perdita ipotetica di 1.041 gravidanze.
Il numero di trasferimenti effettuati con un solo embrione è passato dal 13,7 per cento del 2003 al 18,7 per cento del 2005 mentre, dal momento che la legge 40 obbliga alla fecondazione di non più di tre ovuli e al trasferimento di tutti gli embrioni fecondati, nel 2005 più del 50 per cento dei trasferimenti è stato effettuato con tre embrioni, contro il 44 per cento del 2003. Uno dei risultati è l’aumento delle gravidanze plurime: dal 22,7 per cento del 2003 si passa al 24,3 per cento del 2005. L’altro è l’aumento dal 23,4 per cento al 26,4 per cento degli esiti negativi delle gravidanze, per aborti spontanei, morti intrauterine, gravidanze ectopiche.
“Auspico che a tre anni dall’applicazione della legge si continui a riflettere, con grande rigore e sobrietà, sulla legge medesima, a partire dagli esiti dell’applicazione delle tecniche”, ha detto il ministro nella sua relazione, “al fine di garantire alle donne e alle coppie la migliore efficacia e sicurezza delle tecniche, e al fine di garantire al meglio proprio i principi ispiratori dichiarati dalla legge, che sono la tutela della salute delle donne e la tutela degli embrioni”. (l.g.)