L’immagine dell’apparato digerente come un fiume che attraversa una grande tenuta agricola permette a Maria Rescigno, ricercatrice e grande esperta di microbiota, di spiegare il ruolo e le funzioni di quell’insieme dei microrganismi che tempo fa veniva indicato come “flora batterica”. La tenuta agricola rappresenta l’organismo e i suoi confini equivalgono alla pelle; le rive del fiume ben protette, che lasciano giungere nella tenuta solo prodotti ben selezionati ed utili, rappresentano le pareti dell’intestino mentre le cascine, i campi, gli orti e le attività che si svolgono nella tenuta rappresentano i distretti del corpo con le loro funzioni sempre interconnesse.
Il flusso di alimenti, necessario alla vita, giunge alle diverse parti del corpo proprio attraverso il “fiume” ma deve prima essere trasformato in molecole abbastanza piccole da attraversare la parete intestinale e immettersi nel sistema circolatorio. Le rive del fiume sono fittamente popolate da differenti specie di microrganismi che comprendono batteri, funghi e talvolta anche virus. Alcuni di questi simbionti (con-viventi) sono fondamentali per la nostra esistenza: infatti sono capaci di trasformare le molecole complesse in molecole semplici, mettendo così in circolo anche quelle che il nostro corpo non riesce a produrre come, ad esempio, la vitamina K e alcune vitamine del gruppo B. Altre specie di microrganismi, però, possono provocare infezioni o malattie: sono i patogeni che dall’intestino possono invadere alcuni tessuti e dare origine, ad esempio, a cistiti e vaginiti.
Tuttavia la varietà delle specie di questi nostri conviventi è così ricca, e le loro funzioni così importanti e così integrate a quelle del corpo da suggerire a Joshua Lederberg – un famoso biologo – la possibilità di considerare il microbiota come un organo aggiuntivo, e il suo DNA come parte integrante del nostro patrimonio genetico. Il complesso dei diversi DNA del microbiota viene indicato come microbioma: la sua analisi permette di individuare le diverse specie presenti nell’organismo e, soprattutto, la loro qualità, cioè la loro percentuale all’interno del microbiota.
Data la loro importanza, suggerisce Maria Rescigno, è necessario averne cura, accorgersi dei benefici che apportano e sopperire con diete appropriate alle esigenze nutrizionali delle diverse specie di simbionti. Questi cominciano a colonizzare il corpo fin dalla nascita, e il nostro nutrimento quotidiano può favorire la proliferazione di alcune specie a scapito di altre.
Accorgendosi delle conseguenze – più o meno benefiche – di un certo tipo di alimentazione, si può cercare di alterare la composizione del microbiota selezionando e preferendo quei cibi che potenziano la crescita di specie particolari. Non ci sono, in realtà, regole generali per la manutenzione del proprio microbiota; per questo l’autrice consiglia una vigile attenzione al funzionamento quotidiano, imparando a riconoscere il proprio enterotipo e costruire per esso il microambiente adatto, consapevoli del fatto che un buon microbiota può aiutare a vivere meglio.
Questa autoconsapevolezza è molto importante perché l’appartenenza a un entero-tipo o ad un altro può favorire una risposta efficace ad alcune terapie, per esempio nel caso di tumori. Per fortuna, commenta l’autrice, è facile, modificando l’alimentazione, modificare di conseguenza il proprio enterotipo; inoltre il microbiota individuale cambia insieme all’organismo che lo ospita. Per quanto riguarda i benefici apportati si tratta, come insiste l’autrice, di ricerche ancora in corso che hanno dato ottime indicazioni ma non risultati definitivi.
Nel libro, in piccoli box, si trovano spunti di approfondimento e riferimenti alla situazione pandemica attuale: si apprende così che alcuni microrganismi stimolano il sistema immunitario producendo le immunoglobuline A – le IgA – che possono neutralizzare all’origine l’infezione virale e contrastare la replicazione dei virus, compreso il Covid-19. In una “galleria di ritratti” vengono presentate le caratteristiche delle principali specie di batteri distinti prima, genericamente, in “cattivi” e “buoni” e, successivamente, in gram-positivi e gram-negativi, secondo la biochimica della loro membrana cellulare. La presenza di molte componenti batteriche, infatti, può generare nell’organismo importanti segnali di allarme, stimolandolo ad attivare poi difese immunitarie specifiche e aspecifiche. Ma per esempio, nei casi più gravi di Covid-19, le cellule del sistema immunitario possono reagire al virus scatenando una risposta “esagerata”, conosciuta come tempesta citochinica che può avere gravi conseguenze per l’organismo infettato.
Nella seconda parte del volume, l’autrice descrive come agire sui nostri simbionti. E’ importante saper ascoltare il proprio corpo per riconoscere le attività del microbiota intestinale e sperimentare le possibilità di modificarlo, di attivarlo, di stimolarne il funzionamento. Le fibre e tutti gli altri nutrienti che la nostra dieta fornisce al microbiota sono chiamati prebiotici, i microrganismi che li utilizzano sono chiamati probiotici e le sostanze rilasciate dai probiotici nell’organismo sono considerate i postbiotici. Conoscere le funzioni di questo complesso sistema di interazioni è molto importante e nel libro vengono dati consigli per imparare a preparare in casa cibi fermentati che possono i utili al mantenimento dei microrganismi. Conoscendo le caratteristiche nutrizionali dei differenti alimenti e seguendo le indicazioni riportate in appendice, è possibile una responsabile cura del proprio corpo e del proprio microbiota, che può essere stimolato in modo da produrre i postbiotici necessari senza ricorrere agli integratori alimentari. Esercizio fisico e digiuno intermittente sono consigliati dalla Rescigno come utili coadiuvanti per una vita sana e per la costruzione di un vero e proprio stile di vita che tenga conto anche delle peculiarità individuali.
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