Anche la lingua ha il suo microbiota personale, un insieme di microorganismi, fra cui batteri, unici e propri di questo ambiente. A “fotografarli” e riconoscerli, oggi, è un gruppo di ricerca, di cui fa parte il Forsyth Institute negli Usa, che ha utilizzato particolari tecniche di imaging a fluorescenza. Queste tecniche consentono per la prima volta, a detta degli scienziati, di visualizzare il biofilm di batteri e di distinguerli visivamente senza distruggere la struttura, come avviene di solito quando si usa il sequenziamento genetico. Gli autori hanno pubblicato lo studio su Cell Reports. Qui l’immagine.
Lingua, l’immagine dei batteri
L’immagine rappresenta un campione del biofilm batterico estratto dalla bocca di uno dei 21 partecipanti allo studio e mantenuto intatto nella sua struttura. Al centro, in grigio, il tessuto epiteliale della lingua, mentre gli altri colori rappresentano diversi batteri. Attaccati al tessuto della lingua, in rosso ci sono batteri appartenenti al genere Actinomyces. Questi batteri sono presenti per esempio anche nel tratto respiratorio, gastrointestinale e nell’apparato genitale femminile. Non sono normalmente patogeni ma possono diventarlo in presenza di ferite o infezioni delle mucose. Intorno a questi, in blu ci sono batteri del meno noto genere Rothia, in giallo del genere Neisseria, e in fuxia Veilonella. In verde, poi, ci sono batteri del genere dello Streptococco, che formano la crosta esterna (delimitano il perimetro del campione) e sono presenti anche in sottili strisce verso il centro, più vicine alla lingua. I batteri dei generi Actinomyces, Rothia e Streptococco, i più comuni e anche i più abbondanti nell’immagine, erano presenti in tutti i partecipanti, concludono i ricercatori.
Riferimenti: Cell Reports