Si pensava fossero implicate solo nella difesa immunitaria del sistema nervoso centrale come “spazzine cellulari” e nell’organizzazione delle reti neurali durante il primo sviluppo del cervello. E invece un gruppo di studiosi dell’ University School of Medicine di Hangzhou in Cina ha scoperto che le cellule della microglia (che fanno parte del sistema nervoso ma non sono neuroni) sono coinvolte anche nei meccanismi della dimenticanza, ovvero nella perdita del ricordo. In particolare, raccontano i ricercatori guidati da Chao Wang, queste cellule aiuterebbero a dimenticare perché d’intralcio all’attività sinaptica dell’engramma, l’insieme dei neuroni legati da sinapsi cui si deve la codifica biologica della memoria. Lo studio è stato pubblicato su Science.
Lo studio
Chao Wang e colleghi hanno condotto una serie di esperimenti su alcuni topi transgenici per studiare il ruolo delle cellule della microglia nella perdita della memoria. Per farlo hanno utilizzato un training basato sul condizionamento comportamentale dovuto alla paura, il cosiddetto Contextual Fear Conditioning.Nel dettaglio i topi sono stati prima isolati e poi sottoposti a più sessioni di scariche elettriche (lo stimolo in grado di innescare la paura e quindi un caratteristico comportamento di immobilizzazione, detto freezing behavior). A distanza di giorni, ricondotti negli stessi luoghi dell’esperimento (che avrebbero funzionato da stimoli neutri, richiamando alla mente l’esperienza traumatica delle scariche), i ricercatori hanno misurato la traccia mnemonica dell’evento tramite la manifestazione (più o meno intensa) del caratteristico comportamento di immobilizzazione, un segno inconfondibile della paura a lungo termine suscitata dal ricordo dello shock subito in passato. Wang e colleghi hanno rivelato l’intensità del fenomeno dal quinto fino al trentacinquesimo giorno dall’esecuzione del training, cercando di capire che ruolo potessero avere le diverse componenti neuronali alterando e inibendo le cellule della microglia e dell’engramma, quelle in sostanza del ricordo stesso.
Microglia, le cellule della dimenticanza
Quando a essere inibite erano le cellule della microglia, i topi continuavano a mostrare il caratteristico comportamento di immobilizzazione fino al trentacinquesimo giorno dalla somministrazione, a testimonianza di come il ricordo fosse ancora vivo. Quando invece venivano inibite le cellule dell’engramma i ricercatori hanno osservato una diminuzione del livello di freezing a distanza di 35 giorni dal training. In altre parole i topi non ricordavano più, o per lo meno ricordavano con minore intensità, il trauma causato dallo shock elettrico.
Lo studio sembra così suggerire come le cellule della microglia siano responsabili dell’eliminazione delle sinpasi implicate nella memoria in un cervello sano e adulto, mentre la loro inibizione impedisce di dimenticare. La ricerca fa luce sulla comprensione dei meccanismi coinvolti nella costruzione della memoria e nei processi implicati nella sua perdita ma potrebbe anche aiutare a comprendere le cause di alcune malattie neurodegenerative, come l’amnesia o l’Alzheimer, se i risultati venissero confermati anche nell’uomo.
Riferimenti: Science
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