Il riscaldamento globale minaccia anche i rospi. Uno studio pubblicato su Nature, stabilisce per la prima volta un legame certo tra l’estinzione degli anfibi (rospi, rane, raganelle), documentata dai biologi a partire dagli anni ‘70, e i cambiamenti climatici che stanno interessando il nostro pianeta. Escludendo la fiabesca trasformazione, gli scienziati hanno in passato tentato di spiegare in vari modi la graduale scomparsa dei rospi. Oggi Joseph Kiesher, professore di biologia alla Penn State University, ci dice che il riscaldamento globale e le sue conseguenze sul clima, soprattutto sulle piogge, danneggiano le capacità sensitive degli anfibi rendendoli vulnerabili a nuove patologie. Gli scienziati hanno raccolto dati per oltre dieci anni studiando le variazioni delle temperature nel Sud del pianeta (servendosi del Southern Oscillation Index) provocate da fenomeni atmosferici come El Niño e misurando la quantità di pioggia e neve caduta sulle montagne Cascade dell’Oregon dove vivono molte specie di rospi. Hanno posizionato le uova deposte dagli anfibi a diverse profondità dalla superficie di un lago con lo scopo di individuare l’eventuale ruolo dell’acqua nel garantire la sopravvivenza delle uova. In effetti il risultato ha dimostrato che uno strato più spesso d’acqua protegge le uova appena deposte dagli effetti dannosi delle radiazioni ultraviolette. E’ stato dimostrato che nei periodi in cui nevica poco e il livello del lago si abbassa la mortalità delle uova aumenta raggiungendo percentuali di poco inferiori al 100%. Se i risultati della ricerca americana venissero riconfermati in altre zone del pianeta gli anfibi potrebbero rivelarsi un utile bioindicatore del cambiamento climatico. (g.d.o)