Anche se in formazione ridotta, senza gli europei, l’invasione terrestre di Marte è partita, lo scorso luglio, nonostante la pandemia. Al momento sono ben tre le missioni in viaggio: prima della Nasa, che lo scorso 30 luglio ha lanciato Perseverance, a sfruttare la finestra temporale favorevole sono stati i cinesi e, prima ancora, gli emirati arabi, alla loro debutto marziano. Per tutti l’arrivo è previsto a febbraio 2021. Un viaggio lungo che è appena iniziato: ecco come procede.
La prima volta degli Emiri
Battezzata Hope, speranza, la prima impresa marziana degli Emirati Arabi Uniti ha preso il volo dal Giappone lo scorso 20 luglio, dopo diversi rinvii a causa del maltempo, alle nostre 23:58. E ora sta manovrando per perfezionare la rotta verso la sua destinazione:
L’entrata nell’orbita di Marte, se tutto andrà bene, è prevista per febbraio 2021, 50esimo anniversario degli Emirati Arabi. Hope però non toccherà il suolo marziano: rimarrà in orbita per studiare la composizione dell’atmosfera del pianeta rosso, in particolare i livelli di ossigeno e idrogeno.
L’impero celeste conquista lo spazio
Seconda a partire è stata la missione spaziale cinese Tianwen1. Il lancio del razzo Long March 5 è avvenuto con successo alle 4:41 Gmt (le nostre 6.41) del 23 luglio dalla base di Wenchang, sull’isola di Hainan. Le ultime notizie confermato la riuscita della prima manovra orbitale:
Prima di completare la prima correzione orbitale, la sonda cinese ha spedito una cartolina dallo spazio particolarmente suggestiva:
Rispetto alla missione degli emiri, l’impresa cinese è ben più ambiziosa: rilasciare un orbiter e far arrivare un lander e un rover sul suolo marziano. E altrettanto ambiziosi sono gli obiettivi scientifici (non a caso il nome della missione significa “ricerca delle verità celesti”. Dotata di strumenti avanzatissimi, Tianwen1 indagherà un po’ tutti i misteri marziani, dal suolo all’atmosfera alla eventuale presenza di tracce di vita.
L’orbiter, che studierà l’atmosfera per un anno marziano (687 giorni terrestri), potrà comunicare sia con la Terra che con il rover di superficie, che dovrebbe atterrare qualche mese più tardi nella Utopia Planitia, una regione dell’emisfero settentrionale del pianeta che già nel 1976 fu raggiunta dalla missione Viking 2 della Nasa. Qui, tra altre cose, la misione cinese potrà studiare uno strato di ghiaccio come fonte di acqua in vista di futuri insediamenti umani.
Da ormai un paio di decenni la Cina si è lanciata alla conquista dello spazio e procede piuttosto spedita: ha già due rover piazzati sulla Luna, uno dei quali sul lato nascosto e finora inesplorato, ha spedito astronauti in orbita e costruito una stazione spaziale (precipitata nel 2018). Da anni punta anche su Marte, e dopo la delusione della missione Yinghuo-1 nel 2011 – il razzo russo che la trasportava fallì – Tianwen1 potrebbe essere la “ciliegina sulla torta” per la superpotenza asiatica.
La Nasa invia l’elicottero
Last but not least, il 30 luglio è partita la missione Perseverance, l’ultima a sfruttare la finestra temporale favorevole al lancio, quando la Terra e Marte sono più vicini. Anche la missione Usa al momento è impegnata nelle manovre di riposizionamento orbitale, la prima delle quali si è conclusa il giorno di Ferragosto. Finora HA percorso circa un decimo della strada che manca per arrivare all’appuntamento su Marte fissato per il prossimo 18 febbraio:
La Nasa ha spedito sul Pianeta rosso un nuovo rover, simile a Curiosity, che cercherà sul fondo di un lago ormai prosciugato fossili di microrganismi marziani. Che sia la volta buona per scoprire la vita su Marte?
Ma per ora la vera novità è Ingenuity, il primo elicottero destinato a volteggiare nella sottile atmosfera del pianeta rosso. Una volta uscito dalla “pancia” di Perseverance, dopo aver toccato terra incolume, il piccolo elicottero dovrà sopravvivere alla fredda notte marziana e riuscire ad alimentarsi con propri pannelli solari. Poi avrà un mese (marziano) di tempo per riuscire a spiccare il volo, e aggiungere una nuova dimensione all’esplorazione marziana.
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