La Giornata Europea dei parchi, festeggiata ieri, è stata l’occasione per presentare il vasto contributo naturale offerto dai 10 nuovi paesi dell’Unione europea al sistema di aree protette già esistenti. “Dal 2 maggio i cittadini europei sono diventati più ricchi in termini di natura selvaggia”, ha dichiarato Antonio Canu, responsabile Aree protette del Wwf. I nuovi paesi aderenti al patto europeo, si presentano infatti con almeno un quinto delle foreste continentali, e la salvaguardia delle aree ancora senza protezione dovrà crescere attraverso una gestione unitaria e con programmi di conservazione estesi all’intero continente. Il patrimonio forestale dell’Europa è di circa 1,38 milioni di kmq e il 17 per cento di esso si trova nei dieci stati entranti. A questi si devono aggiungere i 199 mila kmq di foreste (cioè il 14 per cento) di Bulgaria, Romania e Turchia, stati candidati ad entrare. L’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (Iucn) stima circa 780 specie europee di interesse mondiale a rischio e alcune in pericolo critico come la lince iberica, la foca monaca, il pesce sega. Nel panorama faunistico del nostro continente spiccano la cicogna bianca (l’Europa centrale ne mantiene la metà della popolazione mondiale), orsi, lupi e linci che i Carpazi rumeni ospitano in grande numero insieme ai lupi (circa 9.800 esemplari). Il bisonte europeo e il cavallo selvatico sono invece ancora presenti nei parchi della Polonia. (m.zi.)