Ecco perché i Neanderthal non sapevano disegnare

Una parte del dipinto dei leoni nella caverna Chavet. Crediti: Pubblico dominio

Nonostante i loro cervelli fossero relativamente grandi e in grado di ideare e realizzare strumenti complessi, gli uomini di Neanderthal, che si sono estinti circa 40mila anni fa, non erano in grado di disegnare immagini riconoscibili. Mentre gli antichi Homo sapiens, una specie diversa ma molto vicina al Neanderthal, ci hanno invece lasciato molteplici esempi di pitture rupestri che rappresentano chiaramente animali ed altre figure. Secondo uno studio, guidato dalla University of California, a Davis, e pubblicato su Evolutionary Studies in Imaginative Culture, questa differenza potrebbe essere ricondotta alle diverse tecniche di caccia utilizzate dagli ominidi. Ecco perché.

Mentre i Neanderthal, i cui antenati avevano lasciato l’Africa per l’Eurasia prima dello sviluppo dei primi esseri umani moderni, erano soliti cacciare a distanza ravvicinata, utilizzando una lancia per infilzare prede relativamente poco aggressive, come cavalli, renne e bisonti, gli Homo Sapiens si trovavano invece in una situazione molto diversa. Abitando le grandi praterie africane, essi avevano sviluppato uno stile di caccia a distanza, più pericolosa e dove ci si muove con circospezione, che consisteva invece nel tirare la lancia. Ma in che modo questo influenza le capacità artistiche di questi diversi gruppi di ominidi?

Secondo Richard Coss e il suo team, la coordinazione mano-occhio regolerebbe sia il lancio dell’arma sia l’abilità di riportare su carta la scena visualizzata, dunque l’azione del disegnare. Così, la modalità con cui cacciavano le due diverse specie potrebbero essere alla base di questa differenza. Nella ricerca, gli scienziati propongono una nuova teoria per l’evoluzione del cervello umano: grazie agli oltre 500mila anni passati a cacciare prede sempre più diffidenti e difficili da catturare nell’Africa sub-Sahariana, l’Homo Sapiens avrebbe sviluppato un cranio più rotondo e una più grande corteccia parietale, una regione del cervello che si occupa di integrare quello che vediamo con la coordinazione dei nostri movimenti.

“I Neanderthal erano in grado di visualizzare mentalmente animali visti in precedenza grazie alla loro memoria,” ha spiegato Coss, “ma non riuscivano a tradurre quelle immagini mentali efficacemente, perché non avevano sviluppato i movimenti della mano necessari per disegnare”.

Durante la ricerca, il team ha anche analizzato immagini realizzate tra i 28mila e i 32mila anni fa nella caverna Chauvet-Pont-d’Arc, nel sud della Francia, e ha suggerito che questi murali potrebbero essere stati utilizzati dai nostri antenati come strumenti di insegnamento. “Poiché il disegnare migliora l’abilità di osservare,” sostiene lo studio, “forse questi disegni erano utilizzati per pianificare la caccia e scegliere parti del corpo degli animali vulnerabili come bersagli, oltre che aumentare la coesione del gruppo”.

L’avvento di questa abilità e della capacità di poter condividere immagini mentali con altri esseri umani, sottolineano i ricercatori, potrebbe aver avuto enormi conseguenze culturali e sociali sui nostri antenati.

Riferimenti: Studies in Imaginative Culture

2 Commenti

  1. “grazie agli oltre 500mila anni passati a cacciare prede sempre più diffidenti e difficili da catturare nell’Africa sub-Sahariana, l’Homo Sapiens avrebbe sviluppato un cranio più rotondo e una più grande corteccia parietale,…”
    Homo sapiens, secondo la teoria corrente, è comparso 200 mila anni fa…

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