L’esopianeta GJ 1214b è per così dire una vecchia conoscenza, nella lista di pianeti esterni al Sistema solare, che conta un numero sempre crescente di rappresentanti. Scoperto nel 2009, e localizzato a circa 40 anni luce nella costellazione dell’Ofiuco, la superterra GJ 1214b era diventata presto un’osservata speciale per la comunità di astronomi, dal momento che la sua atmosfera sembrava costituita per lo più di vapore acqueo. Nel 2012 le osservazioni del telescopio Hubble sembravano confermarlo, e oggi a queste si aggiungono anche quelle compiute con il Subaru Telescope nelle Hawaii, mettendo insieme qualcosa che somiglia molto a una prova.
Il dubbio, come nel caso di Hubble, era capire se l’atmosfera contenesse alti livelli di idrogeno o acqua, e utilizzando le telecamere Suprime-Cam e Faint Object Camera and Spectrograp del telescopio, le analisi hanno mostrato che si tratterebbe proprio di acqua. Gli astronomi giapponesi sono arrivati a questa conclusione analizzando il transito del pianeta davanti alla sua stella e utilizzando lo scattering di Rayleigh per determinare la composizione dell’atmosfera.
Lo scattering di Rayleigh è un fenomeno di diffusione che avviene quando un fascio di luce attraversa un mezzo trasparente contenente particelle piccole rispetto alla lunghezza d’onda incidente. È questo, per esempio, il fenomeno per cui il cielo è blu.
I ricercatori hanno quindi utilizzato un filtro blu (lo scattering di Rayleigh crea effetti più significativi nelle lunghezze d’onda del blu che in quelle del rosso, come specifica anche l’International Businness Times) per studiare l’atmosfera di GJ 1214b. Infatti se l’idrogeno fosse stato abbondante lo scattering del blu sarebbe stato maggiore, mentre se il pianeta fosse stato circondato soprattutto di vapore acqueo la dispersione della luce blu sarebbe stata minore (qui un’immagine che rende il concetto). E così è stato per GJ 1214b, anche se è comunque possibile che la presenza di numerose nuvole nell’atmosfera abbia limitato la diffusione della luce. In ogni caso, anche se c’è acqua, l’ipotesi che l’esopianeta ospiti la vita continua a essere remota: la vicinanza alla sua stella porta le temperature superficiali di GJ 1214b fino a 200°C.
Via: Wired.it
Credits immagine: NAOJ