Dal 1982 due settimane di neve in meno

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(Foto: Denys Nevozhai on Unsplash)

“Con poche eccezioni, i dati sia sull’estensione che sulla durata del manto nevoso sono in netto calo”. A parlare è la fisica Claudia Notarnicola, che in una ricerca, appena pubblicata su Scientific Reports, conferma quando era già emerso in un suo studio due anni fa: la neve diminuisce, sia per coperture che per tempo in cui rimane a terra. In modi diversi nel mondo, ma nel complesso ce ne è meno. In particolare la riduzione media dell’estensione del manto nevoso è stata del 3.6% (più/meno 2.7%), quella sulla durata di di 15.6 giorni (più/meno 11 giorni) in 38 anni, a partire dal 1982.

Lo studio

“Comprendere i cambiamenti nell’estensione del manto nevoso negli ultimi 30-40 anni può essere molto importante per quantificare l’impatto sulle risorse idriche e per definire le strategie di adattamento per i prossimi decenni”, spiega la ricercatrice, che ha condotto lo studio con due obiettivi. Da una parte lo scopo era di ottenere dati coerenti e accurati dell’area del manto nevoso (SCA) e della sua durata (SCD) sulle aree montuose dal 1982 al 2020 , dall’altra l’intento era di analizzare le tendenze dell’estensione del manto nevoso nelle diverse stagioni e in diversi intervalli temporali. Per farlo la fisica ha usato un mix di dati satellitari, modelli matematici e l’aiuto dell’intelligenza artificiale.

I dati mostrano cambiamenti significativi dell’area del manto nevoso e della sua permanenza al suolo nell’intervallo temporale che va dal 1982 al 2020, in particolar modo nell’emisfero settentrionale. Il Canada Occidentale e gli Stati Uniti, per esempio,mostrano una diminuzione della permanenza del manto nevoso nei trimestri Settembre-Ottobre-Novembre e Giugno-Luglio-Agosto, mentre nel periodo Dicembre-Gennaio-Febbraio si registra la più alta diminuzione dell’area coperta dalle nevi. Gli unici cambiamenti in positivo si registrano in una regione montuosa dell’Asia centrale, il Pamir, dove nei trimestri Marzo-Aprile-Maggio e Giugno-Luglio-Agosto si riscontra il più ampio aumento dell’area coperta e della durata del manto nevoso.

Sebbene le tendenze siano diverse all’interno dei sottoperiodi presi in esame, lo studio mostra nel complesso un andamento negativo sulle aree montuose globali, soprattutto nel periodo che va tra il 1982 e il 1999 rispetto al periodo tra il 2000 e il 2020.

Perché studiare il manto nevoso

Perché abbiamo meno neve da quarant’anni a questa parte? L’aumento della temperature, soprattutto di origine antropica, ha certamente un ruolo, e le proiezioni future suggeriscono che la copertura del manto nevoso continuerà a diminuire nel ventunesimo secolo, con un conseguente aumento della frequenza di eventi naturali come valanghe e incendi per il precoce scioglimento della neve. Le variazioni della neve hanno conseguenze dirette anche sui fiumi e sull’agricoltura, determinando rese più basse data la scarsità di acqua, ma anche specie vegetali e animali che vivono in quesi ecosistemi sono in pericolo. Studiare dunque come cambia il manto nevoso è quanto mai necessario per capire come affrontare tutti i problemi correlati.

Riferimenti: Scientific Reports

Credits immagine: Denys Nevozhai on Unsplash