Esiste una nuova forma di magnetismo. Ed è stata appena scoperta da un team di ricerca internazionale, tra cui l’Italia, con il dipartimento di Fisica e astronomia Galileo Galilei, dell’Università di Padova, la Germania, l’Ungheria e l’Austria. Lo studio, appena pubblicato sulla rivista Physical Review Letters, dimostra che nuovi fenomeni magnetici, finora sconosciuti, emergono a temperature molto basse, posizionando due fogli metallici a distanza ravvicinata. Questa nuova forma di magnetismo, aggiungono i ricercatori, potrebbe portare a nuove possibili applicazioni nel mondo dell’elettronica, come carte di nuova generazione e altri innovativi dispositivi elettronici.
“Alcuni materiali, tra i quali il ferro, diventano magnetici, ovverosia diventano una sorta di calamita, al di sotto di una temperatura critica nota come temperatura di Curie”, spiega Luca Salasnich, ricercatore del dipartimento di Fisica e astronomia Galileo Galilei, dell’università di Padova. “Se il materiale è quasi bidimensionale, cioè è un foglio di spessore molto piccolo, questa transizione ferromagnetica può avvenire ancora ma, solitamente, è molto più difficile da studiare”.
Nel nuovo studio i ricercatori sono riusciti a dimostrare, grazie a sofisticati modelli matematici sviluppati da Giacomo Bighin e Nicolò Defenu dell’università di Heidelberg, in collaborazione con Andrea Trombettoni della Scuola internazionale di studi avanzati di Trieste e Istvan Nandori dell’università di Debrecen, che è possibile un nuovo tipo di magnetismo, nel quale le calamite sono generate con atomi appartenenti a due differenti fogli metallici paralleli posti a una piccola distanza l’uno dall’altro.
Un risultato, spiegano i ricercatori, che ha ricadute importanti e apre la strada a innovative applicazioni nel mondo dell’elettronica. “In effetti, il nostro risultato ha una portata molto più vasta perché il modello matematico utilizzato descrive altrettanto bene, a basse temperature, altri sistemi fisici nella stessa configurazione quasi bidimensionale quali superconduttori, superfluidi e gas atomici diluiti”, sottolinea Salasnich. “Questa predizione teorica, che è supportata da sofisticati calcoli analitici e numerici, apre la strada a nuove applicazioni tecnologiche nell’ambito dell’elettronica a stato solido”. Basti pensare, conclude il ricercatore, alle carte magnetiche che usiamo abitualmente, le quali funzionano proprio sulla base del magnetismo e ferromagnetismo.
Via: Wired.it
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