Sono innumerevoli i personaggi femminili scolpiti nella storia della ricerca scientifica. Rita Levi Montalcini, Rosalind Franklin, Margherita Hack, Doroty Hodkgin. E moltissime altre ancora. Sono tutti nomi che hanno abbattuto le barriere della discriminazione di genere e si sono fatti largo nella scienza, grazie soltanto alla propria determinazione e libertà intellettuale. Altro nome di spicco è quello di Linda Buck, biologa Nobel per la Medicina nel 2004 per le sue ricerche sul sistema olfattivo: un’area di ricerca molto vivace. E proprio nei prossimi giorni, il 5 e 6 ottobre, si terrà a Trieste il Wios2017, in cui diversi esperti del settore – soprattutto donne – condivideranno le proprie conoscenze in fatto di chimica dei sensi.
Wios sta per Women In Olfactory Science, fondazione che dal 2016 si impegna a rafforzare il ruolo delle donne nel mondo scientifico, creando reti internazionali di contatti e opportunità di carriera.
L’iniziativa Wios nasce dall’idea di Valentina Parma, neuroscienziata post-doc alla Scuola degli Studi Superiori Avanzati (Sissa) di Trieste con un percorso di studi in psicologia, e dalle sue colleghe Sanne Boesveldt e Veronika Schöpf, nutrizionista la prima, matematica la seconda. I loro studi confluiscono tutti nella ricerca della percezione olfattiva e così le tre scienziate hanno deciso di dare il via al progetto: “L’idea è nata come provocazione ‒ ci racconta Valentina Parma – ma attraverso attente indagini abbiamo potuto confermare che anche nella scienza il genere maschile è molto più rappresentato, che si parli di opportunità o di riconoscimenti. Finora neanche grandi organizzazioni come la European Chemoreception Research Organization sono riuscite a eliminare il gender bias (il problema, appunto, della disparità di genere, ndr.)”. Così come confermano i risultati dell‘indagine “Gender in the Global Research Landscape” pubblicata quest’anno da Elsevier.
Da tempo le tre fondatrici di Wios contribuiscono alla ricerca sull’olfatto con una serie di studi pionieristici, molti dei quali indagano l’effetto dello stimolo olfattivo su vari ambiti della vita umana, dalla salute alla sfera alimentare, emotiva e sociale. Una delle ricerche, ancora in fase preliminare, è tra le prime del settore a esplorare gli effetti del training olfattivo su persone che hanno perso la capacità di percepire gli odori (anosmici o disosmici), una ricerca che deve fare i conti con l’enorme variabilità della percezione sensoriale olfattiva. Qui, infatti, intervengono età, sesso, origini, e fattori genetici: “Dopo un periodo di training che va da 6 mesi a 2 anni, circa il 25% dei pazienti ha mostrato un miglioramento nella capacità di discriminare degli odori – spiega Parma – ma in alcuni casi manca il substrato biologico necessario per raggiungere un risultato osservabile”. Le molecole odorose presenti nell’ambiente, infatti, si legano ai recettori sensoriali all’interno delle cavità nasali, che così inviano il segnale olfattivo al cervello. Se i recettori mancano o sono carenti, la percezione degli odori è assente o alterata.
Particolare oggetto di attenzioni e curiosità, all’interno del campo di ricerca, è da anni il ruolo della sensazione olfattiva nelle relazioni sociali. Sebbene ne siamo poco consapevoli, ogni istante “respiriamo informazioni” sull’ambiente e le persone che ci circondano, ricavando quei dati che gli altri sensi non riescono a rilevare. Non solo il gas lasciato aperto in cucina o un incendio lontano, quindi, ma anche la paura o l’ansia provata da un amico. Questi aspetti saranno affrontati a Wios2017 con la promessa, inoltre, di fare chiarezza sul tema tanto discusso dei ferormoni. “La scienza sta dimostrando che il ruolo da messaggeri chimici dato finora ai ferormoni può essere pienamente attribuito agli odori corporei. Questa idea della ‘comunicazione olfattiva’, però, si distingue da quella ormonale per l’assenza di reazioni stereotipate”. La teoria della comunicazione olfattiva, infatti, rimette in discussione l’ipotesi che a ogni messaggio chimico corrisponda una determinata reazione. Risposte più solide arriveranno attraverso i piccoli e costanti passi della ricerca scientifica.
Oltre a creare un network che faccia crescere il loro ambito di ricerca, Valentina Parma e le sue colleghe vogliono enfatizzare il contributo delle donne al progresso scientifico. Partendo dalla realtà di Wios, il loro intento è misurare nel lungo periodo i risultati ottenuti in termini di opportunità e riconoscimenti per le donne che lavorano nella scienza. Perché – conclude la ricercatrice – “oggi le scienziate non mancano”.
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