È una data storica per le balene, e per chi si batte da anni per fermare la presunta caccia “a scopo scientifico” di questi grandi cetacei. Oggi la Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite ha stabilito che le battute di caccia giapponesi nei mari dell’Antartico sono operazioni di pesca commerciale a tutti gli effetti, non prelievi necessari alla ricerca scientifica come sostenuto dai nipponici, e per questo devono cessare immediatamente.
Il processo conclusosi oggi vedeva contrapposti da anni il governo nipponico, che dall’86 aderisce alla moratoria che vieta la caccia alle balene, pur continuando ad uccidere questi animali per presunti scopi di ricerca, e quello australiano, che accusava i giapponesi di mentire sulla reale destinazione della carne degli animali pescati (vi abbiamo raccontato la vicenda in questo articolo). Con 12 favorevoli e quattro contrari, la Corte Internazionale ha dato ragione all’Australia, ritenendo insostenibile la posizione del Governo Giapponese. I giudici hanno infatti stabilito che la presunta produzione scientifica nipponica risulta troppo scarsa, se non addirittura inesistente, a fronte di oltre 3.500 animali abbattuti dall’inizio delle battute di caccia nell’Antartico, la cui carne viene poi venduta sul mercato nazionale.
Secondo Chris Butler-Stroud, direttore di Whale and Dolphin Conservation, una delle principali associazioni impegnate nella difesa dei cetacei, la sentenza di oggi potrebbe mettere definitivamente la parola fine alle attività delle baleniere giapponesi. Come scrive Butler nel suo blog, la Corte ha infatti stabilito una volta per tutte che le battute di caccia Giapponesi hanno un fine commerciale e non scientifico. Se il governo decidesse quindi di rimpiazzare la quota di pescato delle spedizioni antartiche incrementando l’abbattimento di balene in altre aree di pesca, come il Pacifico del Nord, i giudici li obbligherebbero probabilmente ad un nuovo stop.
La speranza degli ambientalisti è che, a fronte di un rientro economico sempre minore, i costi proibitivi sostenuti dal Giappone per finanziare le sue baleniere convincano il Paese a sospendere definitivamente la caccia alle Balene.
Nella foto: Una balenottera minore e il suo piccolo di un anno issati a bordo della baleniera giapponese Nisshin Maru. La ferita sul giovane cetaceo è stata causata da un arpione esplosivo. Si tratta di una delle immagini riprese dagli inquirenti australiani nel 2008 per raccogliere prove sulla caccia indiscriminata compiuta dal Giappone in nome della ricerca scientifica.
Credits immagine: Customs and Border Protection Service, Commonwealth of Australia
dovrebbe finire una volta per tutte questa orrenda mattanza in tutta franchezza non dovremmo nemmeno discuterne ps non sono iscritto in nessuna associazione pro cetacei