Alzi la mano chi in questo periodo dell’anno non ha mai comprato per sé, ricevuto in dono o regalato una Stella di Natale. Stiamo parlando di poinsettia, quella piantina da appartamento con le belle foglie così verdi e rosse. Così smaccatamente natalizia che il nostro immaginario ci rende difficile pensare che in realtà sia una pianta tropicale. E che come tale detesti il freddo. Altra sua caratteristica è essere effimera: sono davvero pochi coloro che riescono a farla sopravvivere oltre qualche settimana alle nostre latitudini, tanto che alcuni si lamentano dell’impatto ambientale di cui è respnsabile. Farla rifiorire? Impresa assai impegnativa. Ecco qualche curiosità su poinsettia e qualche consiglio su come prendersene cura.
L’origine tropicale
Il nome scientifico di poinsettia è Euphorbia pulcherrima e, mentre da noi arriva solo sotto le feste, è molto comune nei giardini tropicali, dove la si trova come arbusto a formare vere e proprie siepi. Il suo habitat naturale, però, è il sottobosco delle foreste calde e umide del Messico e dell’America centrale, Paesi in cui è conosciuta anche come “flor de Nochebuena”, fiore della Vigilia di Natale, perché le sue foglie diventano rosse proprio in questo periodo dell’anno.
Sì, perché ad assumere quella bella tinta rossa non sono i petali di poinsettia ma le foglie attorno alla vera infiorescenza della pianta, costituita da piccoli fiori gialli.
Simbolo (commerciale) del Natale
Ok, le foglie cambiano colore proprio attorno a Natale. Ma al di là di questo, questa pianta, che ama il caldo e la luce, ha poco a che fare con la nostra idea romantica del Natale, con il freddo, la neve che cade, il fuoco scoppiettante nel camino e la cioccolata calda. Come ne è diventata uno dei simboli più diffusi? Grazie a Paul Ecke, imprenditore californiano che la importò negli Stati Uniti intorno al 1820, quando la tecnologia cominciava a rendere possibile la coltivazione delle piante tropicali in grandi serre. È al lavoro iniziato da Ecke che dobbiamo la presenza delle Stelle di Natale nelle nostre case: è bastato selezionare le varietà di Euphorbia pulcherrima in base alle tonalità delle foglie (non ci sono solo rosse ma anche bianche, rosa e arancio) e alle dimensioni “da vaso” per renderla un ornamento natalizio perfetto.
I consigli dei botanici
Poinsettia è una pianta tropicale, che alle nostre latitudini deve essere tenuta in casa, al caldo ma non esposta a una fonte diretta di calore. Ha bisogno di luce, ma non mettetela di fianco a una finestra fredda. Per tenerla in salute il più a lungo possibile, bisogna fare attenzione soprattutto alle quantità d’acqua: solo quando la superficie del terreno è asciutta bisogna innaffiare senza esagerare. L’acqua si raccoglierà nel sottovaso e bisognerà aspettare alcuni minuti, dopodiché conviene svuotare il sottovaso dall’acqua non riassorbita per evitare che le radici marciscano. Sembrerà banale, ma a chi manca completamente di pollice verde potrebbe sfuggire: se il vaso è avvolto da carta regalo bisogna o togliere l’involucro o praticare dei fori in modo che l’acqua in eccesso possa defluire dal terreno.
In genere, con tutte le dovute attenzioni, una Stella di Natale può sopravvivere in forma fino a 6-8 settimane. Certo, può vivere anche più a lungo ma non tutti ritengono che ne valga la pena. Riuscire a far colorare di nuovo le foglie l’anno successivo non è affatto scontato: in teoria a cominciare da ottobre bisognerebbe simulare le notti tropicali e tenere la pianta al buio completo per 14 ore di fila ed esporla alla luce dalle 8 alle 10 ore.
Via: Wired.it