È racchiuso in una proteina il segreto dell’orologio biologico, il meccanismo cellulare che permette agli organismi viventi di scandire il tempo e regolare importanti processi vitali, dal sonno alla respirazione. A svelarlo sono due ricercatori statunitensi della Purdue University, James e Dorothy Morré, marito e moglie nella vita privata. Studiando i processi di crescita cellulare, i coniugi hanno scoperto che i periodi di attività e inattività delle cellule sono governati da una piccola molecola proteica di forma cilindrica. Se la sua struttura viene mutata, l’organismo percepisce giornate di durata differente al normale e variabile tra le 22 e le 42 ore. La scoperta, pubblicata sulle pagine della rivista Biochemistry, è il risultato di oltre quarant’anni di ricerche iniziate negli anni Sessanta, quando si intuì che la natura del nostro orologio interno potesse avere basi biochimiche. Le possibili applicazioni cliniche sembrano molteplici, e vanno dalla cura dei disturbi del sonno all’ottimizzazione delle terapie antitumorali. La speranza è quella di riuscire a intervenire sul nostro orologio biologico per ripristinare eventuali alterazioni, comprese quelle di natura ambientale che colpiscono gli astronauti in assenza di gravità o chi vive in prossimità del circolo polare, dove i normali cicli di giorno-notte sono assenti. (g.s.)