Tutto pronto. Alle 18 di oggi 3 dicembre (ora italiana), la sonda Osiris-Rex (Origins Spectral Interpretation Resource Identification Security Regolith EXplorer) della Nasa, partita più di due anni fa, aggancerà l’asteroide 101955 Bennu, concludendo così la prima fase di una delle missioni spaziali più complesse, ardimentose e ambiziose mai tentate dall’umanità. Perché centrare un sassolino dal diametro di seicento metri errante nell’immensità dello Spazio è naturalmente tutt’altro che semplice. Come se non fosse abbastanza complesso, Osiris-Rex dovrà anche trapanare il suolo di Bennu, raccogliere diversi campioni di roccia e infine tornare sulla Terra. Portando a casa quello che gli scienziati della Nasa hanno definito come una “capsula del tempo” che ci permetterà di studiare il passato remoto del nostro Sistema solare e, forse, gettare le basi per un futuro sfruttamento minerario degli asteroidi.
Osiris-Rex e Bennu, approccio ravvicinato
La preparazione all’evento di oggi è iniziata nell’agosto scorso, quando Osiris-Rex si è portata a circa 2 milioni di chilometri da Bennu e ha cominciato le manovre di approccio, attivando dei piccoli motori per uguagliare la propria velocità e la propria direzione a quella dell’asteroide. Sono poi seguite le operazioni di rallentamento: Osiris-Rex ha diminuito la propria velocità fino a circa mezzo chilometro al secondo e si è preparato all’approccio con l’asteroide. Il momento cruciale, come anticipavamo, è previsto per le 18 ora italiana e si può seguire in diretta, come da consuetudine, sul canale YouTube della Nasa.