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Over 65: il momento di vaccinarsi contro l’influenza è adesso

di
redazione

La stagione dell’influenza non è ancora iniziata, ma fra poche settimane la curva di persone colpite comincerà a salire per poi toccare l’apice fra gennaio e febbraio. Questo, però, è il momento giusto per vaccinarsi: la protezione dovrebbe essere un must per gli over 65 e per tutti i malati cronici. “In questa fetta di popolazione la percentuale ottimale di vaccinati dovrebbe essere intorno al 95%, ma andrebbe bene anche il 75%. Purtroppo l’anno scorso è stata a mala pena del 50%”, afferma Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive, Istituto Superiore di Sanità. D’altronde il trend della vaccinazione antinfluenzale è negativo da diversi anni: se prendiamo l’intera popolazione italiana vediamo che la quota di vaccinati è scesa ai livelli dei primi anni 2000, intorno al 13-14%. Allo stesso modo i numeri degli anziani vaccinati si sono andati via via assottigliandosi e se fino al 2011-12 erano sopra il 60% sono crollati al 48,6% nella scorsa stagione.

L’influenza stagionale, pur avendo un impatto epidemiologico rilevante – lo scorso anno è stato colpito il 10% della popolazione mondiale pari a oltre 6 milioni di persone – viene spesso sottovalutata. Un errore, soprattutto negli anziani e nelle persone che soffrono di malattie croniche. “Chi soffre di diabete, malattie cardiovascolari o respiratorie, indipendentemente dall’età, dovrebbe vaccinarsi. Così come dovrebbero farlo tutte le persone sopra i 65 anni, ma anche con qualche anno in meno con una condizione di salute non ottimale”, sottolinea Michele Conversano, igienista e Presidente HappyAgeing. Solo così si possono prevenire le conseguenze dell’influenza, che in queste persone possono essere molto gravi. “Si fa spesso confusione con le cifre circa i decessi dovuti all’influenza. Si stima che siano circa 8mila ogni anno, di cui il 90% negli over 65, calcolando l’eccesso di mortalità che registriamo nei mesi invernali rispetto a quelli estivi. Non ne abbiamo la certezza perché non è possibile per tutti i decessi eseguire un’analisi del sangue e rintracciare il virus”, spiega Rezza. “Il virus viene isolato solo negli anziani che vanno al pronto soccorso, e si tratta di poche decine. Ma anche restringendo il campo a quelli in cui è stato individuato il virus, l’effetto del calo disastroso della vaccinazione dell’anno scorso è ben evidente: siamo passati a meno di un centinaio a 160 casi”.

Quale vaccino è il più indicato negli over 65? “Il medico di medicina generale deve poter scegliere quale vaccino utilizzare perché è fondamentale valutare la storia clinica per definire l’approccio più indicato per ciascuno dei nostri assistiti. Nel caso dei pazienti over 65, il vaccino adiuvato rappresenta, come dimostrano i dati in letteratura, uno strumento insostituibile, spiega Tommasa Maio, responsabile per Fimmg del progetto “MMG e Vaccinazioni”. I vaccini adiuvati, rispetto ai vaccini convenzionali, agiscono rafforzando il sistema immunitario proteggendo dalle complicanze dell’influenza che, soprattutto in presenza di malattie croniche concomitanti come diabete, patologie cardiovascolari o respiratorie, vanno a peggiorare ulteriormente la condizione clinica.

“È stato dimostrato che il vaccino influenzale adiuvato con MF59 evoca negli anziani una risposta immunitaria significativamente superiore rispetto ai vaccini trivalenti convenzionali, risposta che migliora con la somministrazione ripetuta annualmente. Ciò permette di ridurre il rischio di ricovero ospedaliero del 25%. Nell’anziano la vaccinazione produce un’immunità reattiva anche contro ceppi influenzali non inclusi nella formulazione del vaccino, offrendo così una protezione più ampia verso le varie tipologie di ceppi circolanti”, conclude Conversano. “Questo vaccino può quindi essere considerato lo strumento preventivo d’elezione nella fascia over 65, non solo per l’efficacia ma anche per il profilo di sicurezza, come accertato da 15 studi clinici che hanno coinvolto quasi 11mila soggetti”.

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