Ancora pagine scure per la libertà di stampa. E’ quanto emerge dalla terza classifica mondiale stilata da Reporter senza Frontiere che analizza la situazione di 167 nazioni. La palma nera spetta all’Asia orientale: la Corea del Nord si posiziona all’ultimo posto in classifica, mentre la Birmania, la Cina e il Vietnam la precedono di poche posizioni. Non va meglio in Medio Oriente, con l’Arabia Saudita al 159° posto e l’Iran al 158°. In questi paesi la stampa indipendente praticamente non esiste e i giornalisti fanno ogni giorno i conti con repressioni e censura. Mentre in Iraq i reporter uccisi dall’inizio della guerra sono 44. Cuba, invece, si riconferma la più grande prigione del mondo per i giornalisti dopo la Cina, posizionandosi al 166° posto della classifica. Le oasi della libertà di stampa si trovano invece quasi tutte nell’Europa del Nord: Danimarca, Irlanda, Finlandia, Norvegia, Paesi Bassi. Fra i paesi dell’Unione Europea troviamo al penultimo posto ex aequo l’Italia, dove quest’anno sono aumentate le perquisizioni, le violazioni del segreto delle fonti giornalistiche e le pene detentive che sanzionano i reati a mezzo stampa, e la Spagna, dove i giornalisti hanno subito pressioni dal governo Aznar in occasione dell’attentato dell’11 marzo. (r.p.)