PELLE, cartilagini, ossa, scaglie: tutti i prodotti di scarto dell’industria del pesce si stanno rivelando una miniera d’oro. Biomateriali compatibili con l’organismo umano, sicuri e soprattutto sostenibili. Un esempio arriva dall’Islanda, dove la piccola biotech Kerecis ha sviluppato un metodo per lavorare le pelli di merluzzo e trasformarle in bendaggi che accelerano la guarigione di ustioni e ferite, che proprio recentemente hanno ottenuto il via libera per la commercializzazione negli Usa. La materia prima in questo caso arriva direttamente dai pescherecci dell’isola: la pelle viene raccolta negli impianti di lavorazione dove si sfilettano i merluzzi islandesi, per essere processata negli stabilimenti della Kerecis e trasformata in piccole bende elastiche. Completamente prive di cellule animali, ma ricche di collagene, acido ialuronico e omega 3.