Attraversare a piedi la strada è diventato più pericoloso per i pedoni da quando ci sono in circolazione i Suv (gli Sports Utility Vehicles), i criticatissimi fuoristrada da città. A mettere in guardia i pedoni da questi mastodontici veicoli sempre più di moda (in Europa le vendite nel 2004 hanno registrato un aumento del 15 per cento, rispetto a un incremento del 4 per cento per le altre automobili, mentre negli USA il 40 per cento delle nuove immatricolazioni riguarda furgoni leggeri, autocarri o 4×4) sono due scienziati del Trinity College di Dublino, che in un editoriale apparso sul British Medical Journal lo scorso 8 ottobre spiegano le ragioni della loro pericolosità. I rischi di provocare, alla guida di un SUV, la morte o il ferimento grave della persona investita sono molto maggiori rispetto a un incidente dello stesso tipo provocato da comuni automobili.
E le ragioni, a differenza di quanto si potrebbe pensare, non dipendono, secondo gli autori, né dalle dimensioni (la lunghezza media è tra i 4,80 e i 5 metri, la larghezza attorno a 2 metri), né dal peso dei veicoli (che può raggiungere le 3 tonnellate), ma dalla particolare forma della parte anteriore. Cofano e paraurti (su cui spesso sono montate per rinforzo le cosiddette”bull bars”) si trovano 60-80 centimetri più in alto rispetto alle berline e alle utilitarie e nell’impatto vanno a colpire le zone centrali del corpo, le più delicate: addome, bacino e torace. In un comune incidente nel primo impatto viene coinvolta la parte inferiore delle gambe, il pedone investito poi generalmente si riversa sul cofano della macchina e il colpo viene in una certa misura attutito. Questo movimento, di vitale importanza per ridurre la potenza dell’urto, è invece impossibile se ci si trova di fronte un Suv. Nel primo caso, se si è fortunati, ce la si può cavare con una frattura della tibia o del perone o con qualche lesione ai reni, nel secondo le probabilità di lasciarci la pelle sono invece molto più alte. Da due a quattro volte maggiori, almeno a quanto dicono i dati dello statunitense Fatal Accident Reporting System (Fars). I due autori dell’editoriale, Ciaran Simms, ingegnere meccanico, e Desmond O’Neill, gerontologo, esprimono la loro preoccupazione soprattutto per le persone anziane: gli ultra sessantenni hanno una probabilità quattro volte superiore di morire se investite da un’auto rispetto a quelle più giovani. Ne ha preso atto anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha riconosciuto in un documento del 2004 la necessità di proteggere i pedoni più anziani con misure preventive. Quali? Perfezionare il sistema di separazione tra pedoni e traffico automobilistico, imporre velocità inferiori, incentivare la diffusione di veicoli agili, i cosiddetti “smart vehicles” e migliorare il design delle automobili per renderle meno offensive. Ma la crescente diffusione dei SUV sembra andare in direzione opposta. Per questo due studiosi irlandesi suggeriscono di dissuadere gli automobilisti dall’acquisto dei fuoristrada, innanzitutto con un considerevole aumento della tassa di circolazione. E’ quanto suggerisce in Italia anche Legambiente che, preoccupata soprattutto per i danni ambientali dei fuoristrada cittadini, si spinge oltre proponendo una patente speciale per chi si mette alla guida di un Suv, il divieto di circolazione nei centri storici, la sosta a pagamento maggiorata, l’obbligo di informare gli acquirenti sui danni all’ambiente e il divieto di montare le bull bars, così come previsto dalla direttiva 26/11/2201 del Consiglio Europeo. I timori di Legambiente per la scarsa sicurezza dei Suv non sembrano ingiustificati. Già la rivista “Quattroruote” aveva infatti considerato i fuoristrada “facilmente inclini all’incidente” e particolarmente pericolosi per i pedoni. Scarsissime infatti le prestazioni nella cosiddetta prova dell’alce, che riproduce le manovre che servono per evitare la collisione improvvisa con un ostacolo. I Suv vengono bocciati dall’autorevole rivista di automobili anche nelle prove per la tenuta di strada sia su asciutto che su bagnato. Mettendo a confronto le prestazioni in termini di sicurezza e stabilità dei 10 SUV più venduti in Italia con un campione di auto di categoria C, come la Golf, il risultato non fa onore ai gipponi: la tenuta media, misurata in G (unità di misura dell’accelerazione di gravità corrispondente a 9,81 m/s2) è per un fuoristrada 0,816 mentre per un’automobile è 0,983.Insomma poco affidabili, costosissime e con consumi da record. Ecco i requisiti per le auto del futuro.