Il pesce pagliaccio (genere Amphiprion) è tra i più conosciuti e studiati abitanti delle barriere coralline, con la sua caratteristica livrea rosso-arancio intervallata da strisce bianche. Segni particolari che sono funzionali per la loro organizzazione sociale. Ma ci sono strisce e strisce, e diversi tempi in cui appaiono. Uno studio pubblicato sulla rivista PNAS mostra infatti che la velocità con cui si formano dipende dalla specie di anemone di mare in cui il pesce vive in simbiosi.
Quando compaiono? In un periodo particolare, noto come metamorfosi. “E’ un processo importante per i pesci pagliaccio: cambia il loro aspetto e anche l’ambiente in cui vivono, poiché le larve di pesce pagliaccio lasciano la vita nell’oceano aperto e si stabiliscono nella barriera corallina”, ha detto Vincent Laudet dell’Okinawa Institute of Science and Technology Graduate University (OIST), uno degli autori dello studio. Un processo su cui oggi grazie al lavoro di Laudet e colleghi, sappiamo qualcosa in più, la dipendenza appunto dalla specie di anemone, e i cambiamenti biologici correlati.
I ricercatori hanno effettuato osservazioni sul campo a Kimbe Bay, in Papua Nuova Guinea, del pesce pagliaccio Amphiprion percula. Questa specie può vivere sia nell’anemone di mare dai lunghi tentacoli (Heteractis magnifica), che in un’altra dai tentacoli corti (Stichodactyla gigantea); una scelta non priva di conseguenze. Gli scienziati infatti hanno osservato che le forme giovanili di pesci della stessa età che vivevano nella specie dai tentacoli corti acquistavano le strisce bianche adulte più velocemente rispetto all’altra.
Cosa regola questa velocità? Gli ormoni tiroidei, come suggerito dai trattamenti di un altro pesce pagliaccio, allo stadio larvale, Amphiprion ocellaris e come confermato dalle analisi di campionamenti di specie sul campo, di nuovo a Kimbe Bay, su A.percula: i pesci che vivevano nell’anemone Stichodactyla gigantea avevano i livelli di ormoni tiroidei più elevati degli altri. I ricercatori hanno scoperto inoltre che gli ormoni tiroidei, che accelerano la formazione delle strisce bianche, sono legati a una maggiore attivazione di alcuni geni, chiamati duox.
In particolare, una maggiore attività di questi geni nei pesci pagliaccio che vivono nell’anemone Stichodactyla gigantea si traduce in livelli più elevati di ormoni tiroidei, aumentando la velocità di formazione delle barre bianche. Ma perché? I ricercatori hanno ipotizzato che ciò sia dovuto ad una risposta dei pesci pagliaccio, e dei loro ormoni, nei confronti del maggior grado di tossicità dell’anemone rispetto a quello dai tentacoli più corti. Un esempio della capacità di questi pesci di rispondere e adattarsi all’ambiente, spiegano gli autori. Ma non è escluso che ci sia anche dell’altro, conclude Laudet. Chissà cosa scopriremo prossimamente su questi segni particolari di Nemo.
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